Settore giovanile

La ricetta di Iervese: "Umiltà, lavoro e sacrificio"

22.10.2014 15:22

Quattro punti in sei partite: non è l’inizio di stagione che ci si aspettava ma Pierluigi Iervese, al suo terzo anno da allenatore degli Allievi Nazionali, sembra avere le idee chiare e le giuste soluzioni a questa partenza a rilento: “La stagione precedente è stata meravigliosa, abbiamo raggiunto i play-off, abbiamo commesso pochi errori, ci sono invece tante cose da ricordare, come il rapporto bellissimo che si è creato con il gruppo ’97, oltre alle varie problematiche avute all’inizio, come quest’anno che stiamo avendo grandi difficoltà e stiamo facendo fatica.  Le prime partite sono sempre state terribili, ogni anno nei primi 5-6 match raccolgo pochissimo, ma non mi interessa il risultato, è una conseguenza, se rischiamo a giocare bene, come voglio, i tre punti sono la conseguenza di tutto quello che si fa in campo. Purtroppo ogni anno bisogna ricominciare dall’inizio un certo lavoro, ma sono convinto che con l’impegno riusciremo a raggiungere gli obiettivi prefissati”, confida al sito ufficiale del suo club. Alla consueta domanda riguardante la preferenza tra crescita dei giocatori o il risultato, il mister va controcorrente, facendo emergere ancora una volta le sue ambizioni: “Assolutamente il risultato, penso che a questa età, nel settore giovanile bisogna cercare di preparare i ragazzi nel migliore modo possibile, soprattutto creando una mentalità propositiva, puntando sulla qualità del gioco e sulla crescita costante di tutti i giocatori della rosa. Il mio motto è umiltà, lavoro e sacrificio. Se riusciamo a essere umili, lavorando, perché solo con i lavoro si può imparare e crescere, facendo grossi sacrifici i risultati arrivano sicuramente”. Nel suo modo di vedere il calcio spicca quel tanto amato 4-3-3 che ha portato a grandi risultati negli anni passati: “E’ un modo di giocare che mi affascina, spero di trasmetterlo ai ragazzi perché la cosa più importante è che il calciatore deve andare in campo con spensieratezza per giocare a calcio e non avere paura di nessun avversario. La mentalità deve essere quella e la devono portare avanti per sempre. Il mio pensiero calcistico consente ai ragazzi di essere propositivi quando si ha palla e e nello stesso tempo, nella fase di non possesso, di coprire il campo”. Infine una riflessione sui suoi propositi futuri, sempre legati ai colori biancazzurri: “Personalmente il mio obiettivo è di migliorare, voglio imparare, avrò anche l’opportunità di frequentare il corso di Coverciano per conseguire il patentino di seconda, ringrazio la società che mi ha dato questa opportunità. E’ una bella soddisfazione e nello stesso tempo un motivo per crescere e confrontarmi con gli altri “.

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