Galeone: "Ecco cosa penso del Pescara"
"Delfino da Serie A, si può puntare alla promozione tramite i play off"
Silenzio, parla il Profeta. Giovanni Galeone è tornato a parlare del Pescara e quando uno dei grandi artefici della storia biancazzurra torna a disquisire del Delfino ci si deve mettere tutti in riga. Il protagonista principale di due promozioni in A del Pescara ha parlato a Il Centro e detto cose molto interessanti.
Ecco quanto dichiarato da Galeone al quotidiano abruzzese in una lunga intervista rilasciata al collega Luigi Di Marzio:
«Questa è la mia città, sono cittadino onorario e mi hanno dato anche il Ciattè d’oro»
Galeone, il suo giudizio sulla serie B?
«Diversa rispetto a quella che ho conosciuto io fino a qualche anno fa. Tecnicamente è una serie B più povera. Sono tutti abbottonati e tatticamente accorti. Non si vedono novità e non si vede spettacolo, anche se a volte qualche squadra, tipo il Cittadella, fa vedere belle cose. Questo è un campionato molto equilibrato».
Del Pescara che idea si è fatto?
«Ho visto dal vivo la partita con lo Spezia e mancavano diversi giocatori che sono determinanti per il gioco, come Gaston Brugman. A centrocampo il Delfino ha grandi qualità, poi in attacco c’è questo ragazzo, Leonardo Mancuso, che sta facendo grandi cose. Bravo a segnare gol in piena area di rigore, ma da fuori non ha un gran tiro».
A chi assomiglia?
«Di certo non mi ricorda Rebonato, ma un rapace d’area tipo Pippo Inzaghi. Un realizzatore formidabile negli ultimi metri, vicino all’area di rigore. Mancuso è molto bravo a rubare il tempo agli avversari».
Di Monachello invece che idea si è fatto?
«Nella gara che ho visto con lo Spezia mi è sembrato un po’ troppo egoista, va a caccia del gol, ma ha sbagliato una soluzione offensiva che poteva essere sfruttata in maniera diversa».
Il Pescara può lottare per la serie A?
«Se in serie A vanno direttamente Brescia e Palermo, allora il Pescara può vincere i play off. Se, invece, queste due andranno ai play off, potrebbe essere più dura. Il Pescara, secondo me, può rivelarsi la sorpresa degli spareggi promozione. Le antagoniste? Il Cittadella è una buona squadra, ma non ha esperienza. Pericolosi potrebbero essere Perugia e Benevento, ma ribadisco che il Delfino può essere la sorpresa».
Chi gioca meglio?
«Il Cittadella mi piace. Delle squadre che ho visto mi hanno colpito Brescia e Palermo. Sono squadre forti, come il Lecce».
Sorpreso dallo stadio Adriatico sempre più vuoto?
«Con lo Spezia sono rimasto un po’ deluso, anche se dopo il gol del vantaggio lo stadio si è risvegliato. Per accendere l’Adriatico basta poco. Servono brillantezza e coraggio, poi il tifo ti segue. Ai miei tempi la curva Nord ci trascinava in tutte le occasioni, anche nei momenti difficili. Ricordo che perdemmo due partite contro Modena e Campobasso, che erano praticamente spacciate per la retrocessione, ma lo stadio era sempre pieno. Come in trasferta, mi ricordo ancora i 10mila di Arezzo. Nelle mie esperienze siamo sempre stati trascinati dai tifosi».
La qualità che apprezza di più di Allegri?
«Sa leggere le partite e non gioca in funzione dell’avversario. Anche un altro mio ex calciatore, Gasperini, fa la stessa cosa. Allegri è un genio della panchina perché vede cose che gli altri non vedono durante le partite. Nei momenti di difficoltà non perde la calma, anzi, si esalta e, se sbaglia, non trova alibi come fanno tanti altri suoi colleghi».
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