Futsal, la "quarantena" a casa di Jesulito
Una giornata in casa con il campione e la sua famiglia
“Sveglia presto, compiti, calcio in casa, allenamenti, cartoni animati e videochiamate ai nonni in Spagna”
Ore 8: la sveglia suona presto a casa di Jesulito. Anche in questi giorni di quarantena. Sono i piccoli Jesus, 7 anni, e Alvaro, 4, e a tirare giù dal letto papà e mamma Maria. Per loro, stare chiusi in casa non è una punizione o un sacrificio. Anzi, sembra quasi una bella vacanza. Colazione tutti insieme, poi la giornata può iniziare.
“Per prima cosa, io e mia moglie facciamo i compiti con i bambini. Li aiutiamo e seguiamo nelle attività che la scuola ha assegnato loro per questo periodo di chiusura”, racconta il laterale spagnolo, che sta rispettando alla lettera le indicazioni governative e quelle della società nerazzurra: stare in casa, evitare contatti con l’esterno e ridurre le uscite solo per le questioni essenziali. “Sì, lo stiamo facendo. La spesa? Ci pensa mia moglie, va lei una sola volta a settimana, tutti i lunedì”, conferma il furetto dal mancino chirurgico.
Torniamo alla giornata tipo del giocatore andaluso. Dopo i compiti, la mattinata prosegue con: “La finale di Champions League tra le mura di casa. I miei due figli mi sfidano e ci divertiamo molto a giocare insieme, cercando di non sfasciare nulla con il pallone… Di solito indossano le magliette dell’Acqua&Sapone in queste sfide, oppure quelle del Barcellona. Sono i miei primi tifosi e fan di tutta la nostra squadra. Mi chiedono sempre quando ricomincerà il campionato e amano stare qui, non vorrebbero tornare in Spagna. Spero di tornare in campo per finire la stagione, e poi restare a lungo con questa società e farli vivere per un po’ in questa terra meravigliosa”, racconta ancora Jesulito. Quando non si gioca, si va tutti in cucina ad aiutare la mamma a preparare una torta, che poi ovviamente i tre maschi di casa fanno finire nel giro di poche ore. “Diciamo che proviamo a farla tutti insieme, ma alla fine è mia moglie a fare gran parte del lavoro. Mentre a noi tocca il “compito” di mangiarla. Ci va decisamente bene”, ride lo spagnolo.
A mezzogiorno, si fa sul serio: “Sì, è l’ora dell’allenamento. Seguo le schede che ci ha preparato il prof Aiello. Ogni giorno. Cerco di stare al massimo per quando, mi auguro, si tornerà a giocare. Anche mia moglie si allena con me, adattando il lavoro ai suoi ritmi, naturalmente”. Poi c’è il pranzo, e un po’ di tempo sul divano: “Siamo abbonati a Netflix e vediamo ogni giorno film e cartoni animati per bambini. Il loro preferito è il Re Leone”, racconta Jesus. Giusto per restare in tema Acqua&Sapone Futsal.
Ogni giorno, la famiglia dedica un po’ di tempo ai nonni, che vivono a Cadice e sono adesso in piena emergenza coronavirus, come noi in Italia. “Sì, la situazione ora è bruttissima anche in Spagna. Sentiamo le nostre famiglie e facciamo salutare loro i nipotini, questo li aiuta a tenere duro in questi giorni difficili”.
Poi la sera si torna con il pensiero a quel palazzetto chiuso e al pallone che è rimasto fermo in magazzino. Jesulito spera di poter giocare ancora. “Sì, vorrei lottare fino all’ultimo secondo di questo campionato. Se si torna in campo a maggio, e si termina a giugno, per me va benissimo. Io giocherei anche fino ad agosto rinunciando alle vacanze. L’importante è che questo brutto momento passi e che sia garantita la salute di tutti”. Per salutarci, Jesulito ricorda a tutti le regole: “Restiamo in casa, battiamo il coronavirus. Ce la faremo”.
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