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Arrivano i nostri, ma vista la prima…

29.08.2015 08:46
Torna Sergio Di Sciascio con la sua rubrica per PescaraSport24 "I like Football". Buona lettura! A dire il vero sono passati cinque giorni dall’avvio del campionato e le venti squadre aventi diritto si sono già presentate ai nastri di partenza.  Tra esse, purtroppo, non figurava il Pescara, bensì - forse non a buon diritto - il Bologna.  Brucia ancora la traversa colpita allo scadere da Melchiorri con Da Costa battuto. Arduo anche fingere di non ricordare l’episodio che il 9 giugno2015, nella finale play off di serie B, si oppose ai biancazzurri nella conquista della sesta promozione nella massima serie, la terza al “Dall’Ara”. Se vogliamo, il Delfino è comunque ben rappresentato nella competizione, e il titolo fa espresso riferimento alle sette panchine di serie A che si avvalgono di giocatori e/o allenatori che in qualche modo hanno avuto un significativo legame con il Pescara. Non va inoltre sottaciuto che, a differenza loro, sono a spasso, per dirla terra terra, allenatori come Donadoni, Mazzari, Montella. Potremmo aggiungere Di Carlo, Inzaghi, Corini, Novellino, e, perché no ? il “nostro” Andrea Camplone. Qualche chiosa per questo “settebello”:  Allegri, fresco di un 2° tricolore, ma privato di Tevez, Pirlo e Vidal. Di Francesco, scudetto con la Roma, e, come allenatore, promozione del Pescara in B e Sassuolo in A. Una carriera in crescendo per il bravo Eusebio con tante soddisfazioni, compreso 12 presenze in azzurro grazie alle prestazioni fornite nella Roma di Zeman. Gasperini, promozione con il Pescara di Galeone. Un bottino di sette reti nella stagione 1987-88 che fece registrare, lui capitano,  l’unica salvezza dei biancazzurri nella massima serie. Giampaolo, lo aspetta l’incombenza di non far rimpiangere Sarri, e le sue ultime incerte stagioni non depongono in favore di un tecnico cui in avvio di carriera tutto l’ambiente accordava valori di primissimo livello. Lo affidiamo all’immarcescibile Daniele Croce. Il curriculum di Giampaolo poteva essere molto diverso se la Juventus dopo aver pensato a lui - protagonista di un eccellente campionato alla guida del Siena - non avesse optato all’ultimo per Ciro Ferrara. Reja, il palmares del più anziano allenatore della A - 69 anni - vanta 4 promozioni nella massima serie. Che volete di più? Rossi, di diritto sul podio degli allenatori biancazzurri che hanno mostrato il più bel calcio all’Adriatico. Non per niente allievo di Zeman. Sarri, una scoperta di Andrea Jaconi che alla guida del Pescara gli fece conoscere la serie cadetta. Questa nutrita pattuglia ha anche incrementato il numero degli allenatori indigeni sugli stranieri. Con l’addio di Benitez e Zeman, sono solo tre, Garcia, Mihajlovic e il nuovo arrivato Paulo Sosa. Tornando a Di Francesco, nella “prima” si deve a lui se la troupe biancazzurra non ha  timbrato un en plein negativo. Sei sconfitte e una vittoria, appunto quella del Sassuolo con il Napoli che forse si era illuso dal repentino vantaggio di Hamsik. A proposito dei partenopei, non convince assolutamente la genialata di Sarri che si è inventata per Insigne una posizione che non esalta le qualità di Lorenzo. Note dolenti per Allegri e la Juventus. L’infermeria bianconera, l’organico ancora da completare, e i cambi operati da Colantuono hanno fatto passare ai tifosi friulani un pomeriggio da sogno. Reja e la sua Atalanta contavano di incontrare l’Inter delle amichevoli precampionato, e per 93’ era stato cosi, poi Jovetic approfitta di una difesa orobica confusa e poco concentrata.  In pieno recupero anche Gasperini deve cedere al Palermo. Una beffa per il suo Genoa penalizzato nella prima frazione da un Pandev con le polveri bagnate. Vittoria comunque legittimata dai due legni della porta di Lamanna colpiti dai rosanero. Giampaolo, con il suo Empoli, dopo i primi 45’ in cui ha testualmente nascosto il pallone ai clivensi e passato meritatamente in vantaggio, sparisce nella ripresa e il Chievo fa tris. La conclusione per Delio Rossi e il Bologna sceso in campo 24 ore prima. Poco o niente da dire sul successo della Lazio, buona la prestazione dei romani, che soddisfatta per il doppio vantaggio ha troppo presto tirato in remi in barca facendo illudere gli emiliani. Di-Sciascio[3]

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