Udinese – Pescara, scintille tra Giagnoni e Menicucci
Torna a grande richiesta la fortunta rubrica di PescaraSport24 curata da Sergio Di Sciascio, “I like football”. Nel numero odierno un particolare ricordo di vista in vista di Udinese - Pescara. Buona Lettura!
Era nella sede del Pescara in via Campania - nel pomeriggio di mercoledì 9 gennaio 1980 - insieme alla segretaria Anna Maria Melchiorre, quando il ds Giovanni Ballico gli portò il comunicato del giudice sportivo Barbe che riportava la squalifica per sei mesi, fino a tutto il 9 luglio, comminatagli per il comportamento tenuto la domenica precedente durante la partita Udinese – Pescara nei confronti dell'arbitro Gino Menicucci.
Mi riferisco a Gustavo Giagnoni, l’allenatore dei biancazzurri subentrato a Valentin Angelillo dopo la sconfitta subita a Firenze (0-2) nella 5^ giornata del campionato di serie A 1979-80. Un avvicendamento deciso dal presidente Gianni Capacchietti per lo scoraggiante avvio di campionato in cui il Pescara aveva racimolato un solo punto (0-0 in casa con l’Ascoli). Il litigio fece scalpore per la notorietà dei personaggi. Menicucci, spesso alla ribalta della cronaca per episodi legati alle sue direzioni arbitrali e non “gradite” a presidenti, giocatori e tifosi. Oltre alla disputa con Giagnoni, si ricorda quando Giorgio Chinaglia, diventato presidente del club romano, lo inseguì per prenderlo a ombrellate in Lazio – Udinese del 18 dicembre 1983.
Conclusa la carriera arbitrale Menicucci diventò opinionista televisivo partecipando al Processo del Lunedì e al Processo di Biscardi. Giagnoni, a sua volta, riconoscibile per un copricapo, il famoso colbacco dei cosacchi che per il gran freddo di Torino aveva cominciato a indossare quando allenava i granata. Di un derby con la Juventus si ricorda il famoso alterco con Causio, che non contento della vittoria dei bianconeri, era passato davanti alla panchina sbeffeggiando Giagnoni, che, apriti cielo, si scagliò contro il giocatore colpendolo con un pugno.
Dopo una rispettabile carriera da calciatore, di Giagnoni si ricorda soprattutto la Mantova di G.B. Fabbri che con lui in campo, dalla quarta serie approdò in A, e per le numerose e importanti esperienze di allenatore: dopo Torino, Milan (non si prese molto con Rivera), Bologna, Roma, e dalla capitale a Pescara - su cui tornerò - Udinese, Perugia, Cagliari, Cremonese, che portò in A. Infine il ritorno a Mantova.
Torniamo a Udinese - Pescara del 6 gennaio 1980. Giagnoni fu espulso al 23 p.t. per abbandono della panchina e successivo comportamento non regolamentare.
Per lui si trattava della decima partita da quando era subentrato ad Angelillo, e i precedenti nove risultati avevano in certo qual modo rincuorato i biancazzurri.
Due vittorie (Pescara-Napoli 1-0, Pescara-Milan 2-1), quattro pareggi (Pescara-Avellino 1-1, Pescara-Perugia 1-1, Pescara-Bologna 0-0, Catanzaro - Pescara 1-1), tre sconfitte (Cagliari-Pescara 1-0, Lazio-Pescara 2-0, Torino-Pescara 2-0).
Allo stadio comunale “Del Friuli” il Pescara era sceso in campo con questa formazione. Piagnerelli; Chinellato, Prestanti; Lombardo, Pellegrini, Ghedin; Repetto, Negrisolo, Silva, Cerilli, Cinquetti. In panchina Pirri, Nobili (che al 53’ sarebbe subentrato a Lombardo), Di Michele.
Questi i fatti che avrebbero provocato la deplorevole condotta del tecnico di Olbia: in avvio, era l’8’, il discusso rigore concesso all’Udinese e trasformato da Del Neri, che la scorsa settimana ha assunto la guida dei bianconeri. Al 23’ pareggio di Silva, con Giagnoni che abbandona la panchina, dirigendosi verso Menicucci che estrasse il cartellino rosso espellendo l’allenatore. La goccia che avrebbe fatto traboccare il vaso, il 2-1 realizzato da Ulivieri in sospetto fuorigioco, e che sancì la vittoria dei padroni di casa. Giagnoni negli spogliatoi ricoprì d’insulti Menicucci, con le richiamate conseguenze. Per il seguito del torneo, il Pescara in panchina si avvalse di Mario Tontodonati e Claudio Tobia. Per la cronaca, al termine del campionato il Pescara, terminato ultimo, retrocesse tra i cadetti, mentre Catanzaro e Udinese, anch’esse destinate alla serie B, rimasero nella massima serie per la penalizzazione di Milan e Lazio
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