Enigma play per il Delfino
Manca un metodista puro, mediana troppo verde. E Mora....
A CURA DI MATTEO SBORGIA
Oltre alla tematica dell'astinenza da goal di Merola, collegata a quella dell'attacco spuntato(LEGGI QUI), per Zeman c'è anche un'altra questione da dirimere: la mancanza di un play. Infatti attualmente l'organico biancazzurro non dispone di un vero e proprio regista /metodista, figura che per il boemo è imprescindibile per lo sviluppo di gioco e manovra di cui è il fulcro. Insomma per il demiurgo di Praga avere un giocatore che a centrocampo detta i tempi è di fondamentale importanza. A dire la verità ci sarebbero Squizzato e Aloi che però per un motivo o per un altro registi puri non sono, ma possono adattarsi a svolgere tale ruolo come peraltro al momento stanno facendo. Il primo è una mezzala strutturata di inserimento che possiede grandi doti balistiche: il play l'ha fatto ma solo in qualche circostanza lo scorso anno a Renate, come ha avuto modo di raccontarci in un'intervista ESCLUSIVA realizzata in estate(LEGGI QUI) il suo ex ds Antonio Obbedio. Aloi è un mediano aggressivo che si disimpegna al meglio in una mediana a due. Nel centrocampo a 3 al massimo può fungere da mezzala, non di certo da metronomo perchè non ha i tempi di gioco giusti e la tecnica appropriata per farlo. Anche lui dunque è un ‘adattato’ nel suddetto ruolo. Adattarsi però nel calcio non è sempre sinonimo di abituarsi e a parte ciò per fa sì che l'adattamento diventi un'abitudine consolidata c'è bisogno del tempo necessario, ma non si può sempre pensare che tutte le ciambelle riescano per forza con il buco. Tradotto: è errato puntare solo sulla capacità di Zeman di trasformare in oro tutto ciò che luccica. Perchè tutti speriamo che ci riesca, ma non è sempre così scontato che ciò avvenga. A centrocampo soprattutto, questa squadra, è stata costruita con troppi se e ma: sono arrivati giocatori giovani che speriamo abbiano un futuro radioso, ma proprio perchè sono elementi in giovane età hanno bisogno del tempo necessario di fare errori, capirli e imparare dagli stessi. Tutto ciò non crediamo(ci auguriamo di sbagliare) che collimi con le dichiarazioni rese in estate dal ds Delli Carri di voler vincere il campionato. Se vuoi vincere, non puoi aspettare, non puoi avere il tempo di sbagliare. Dunque non ha molto senso a parere nostro caricare pressioni sul groppone di ragazzi che devono ancora apprendere, sbagliare, crescere. Intendiamoci: lo si può anche fare, ma c'è il rischio che non tutti abbiano la capacità di prendersi tali responsabilità. E' una scommessa che nessuno sa ad oggi se sarà vincente. Potrebbe anche non esserlo. Certo si può trionfare pure avendo una compagine verde, ma non è sempre detto che sia così. Non è una regola scritta. E poi: un conto è dirlo, un altro è riuscire a farlo. La cosa migliore in questi casi sarebbe quella di partire a fari spenti, volando bassi, evitando di lasciarsi andare a facili trionfalismi. E poi c'è un ultimo quesito da porre: perchè un giocatore del blasone di Luca Mora non ha ancora visto il campo in campionato, ma solo in Coppa Italia? Eppure la sua esperienza e classe servirebbero davvero tanto alla squadra. Il trainer ha sempre detto che l'ex Spal non è adatto al suo gioco, forse è vero ma stiamo comunque parlando di un calciatore che ha giocato in B e in A, dunque perchè ‘privarsene’ così a cuor leggero? Del resto però il boemo non è nuovo in questo genere di cose: nella sua ultima esperienza a Roma (sponda giallorossa) bocciò per esempio un certo De Rossi e diede la maglia da titolare a Tachtsidīs, dimostrando grande coraggio e prendendosi al contempo anche enormi rischi per la sua scelta. In fondo Zeman è così: ha le sue idee e va avanti per la sua strada, non badando a nomi e - o carriere. A Pescara di certo ci si augura che questo modus operandi porti di nuovo gioie e vittorie. Ai posteri l'ardua sentenza…
FOTO MUCCIANTE
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