Momento no, col Carpi per ripartire la marcia
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Individuare al più presto le cause della flessione è fondamentale: infortuni e sfortuna hanno giocato la loro parte, ma non si può ridurre tutto a questo. E la sterilità offensiva e la difesa diventata traballante sono due punti focali del discorso.
Pensando alla zona gol, al di là delle note difficoltà in fase di costruzione della manovra (il Pescara gioca meglio di rimessa), si nota che nelle prime 14 partite la squadra era una sorta di cooperativa del gol (erano andati a segno nove calciatori diversi) nobilitata da un cannoniere principe, Leonardo Mancuso. Adesso il numero 7 è a secco da tre match (1 punto conquistato, un caso?), ha fallito un rigore con l'Ascoli e anche i compagni faticano a trovare la via della rete. Forse anche per stanchezza: ad inziio torneo la squadra era più brillante (merito della preparazione atletica mirata ad un avvio sprint?) e riusciva a correre sino all'ultimo istante di gara con lucidità e costrutto (prova ne siano le marcature griffate sul finale di più partite). Adesso la squadra corre ancora e corre tanto, ma con poca brillantezza.
Passando alla retroguardia, parliamo dei gol subiti: negli ultimi quattro incontri i biancazzurri hanno incassato 8 reti (facile la media di 2 reti al passivo a partita), mentre nelle precedenti 10 partite la truppa aveva subito 10 reti, media di una a match. Un’involuzione lapalissiana, tra errori del singolo, di reparto e di fase difensiva più in generale (con l'aggravante di essere tornati violabili anche da sviluppi da palla inattiva, Gyomber docet). Forse è il caso di sfruttare fisico, esperienza e carisma di Scognamilgio, finora spettatore della stagione? Probabilmente si.
C'è poi la questione centrocampo, da tutti ritenuto il migliore della B ma che è in affanno. Alcuni elementi sembrano in apnea (Brugman convive da tempo con problemini fisici, ad esempio, Memushaj non ha mai trovato il top della forma e machin viaggia a corrente altenata) e Pillon "vede" poco le alternative (solo lo stop di Memu ha prodotto l'innesto di Melegoni, positivo a Perrugia come nelle due gare di inizio campionato, che non vedeva il campo da settembre) .
Con il Carpi, squadra che va meglio in trasferta che non al Cabassi (in casa non vince da 250 giorni!!!), bisogna tornare a fare i 3 punti anche perchè a leggere bene la classifica virtualmente i biancazzurri sono più giù della posizione che occupano perchè a differenza di tante altre squadre della lotta playoff non hanno ancora usufruito del turno di riposo e dunque hanno giocato una partita in più, coe ha sottolineato Il centro. E' il caso del Cittadella che ha i medesimi punti della Pillon's band ma giocato 13 gare (una in meno dei biancazzurri), del Benevento e Brescia (entrambe a a -2 e potenzialmente potrebbero scavalcare il Pescara con una vittoria) ma anche di Salernitana e Perugia (entrambe al settimo posto a 3 punti di distanza dal Pescara) o dell’Ascoli di Vivarini e del Verona di Grosso (noni con 19 punti e quindi potenzialmente a -1 dal Delfino in caso di successo nella quattordicesima partita che manca). Ed il discorso a cascata può arrivare fino al Cosenza, quattordicesimo: tutte le squadre nelle prime posizioni, dal Palermo capolista al team dell'ex Maniero, hanno tutte disputato 13 gare ad eccezione di Lecce e, appunto, Pescara. Ecco perchè battere il Carpi può valere molto, moltissimo. nche in vista del rush finale di girone d'andata, molto complicato....
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