Stroppa: "Non ho rivincite da prendermi. Zeman è l'uomo giusto"
Intervista rilasciata a Il Messaggero ed. Abruzzo in edicola oggi
Giovanni Stroppa ha appena vinto il girone C di Lega Pro sulla panchina del Foggia frantumando un record dietro l'altro. A Pescara gli sono bastate tredici partite per fissare un record: quello di punti conquistati in serie A (11) nelle ultime due stagioni dei biancazzurri tra i big del calcio italiano. Argomento sul quale il tecnico lodigiano non intende tornare per non alimentare polemiche, come si evince dall'intervista rilasciata a Il Messaggero ed. Abruzzo in edicola oggi
"Io non ho rivincite da prendermi, alleno sempre allo stesso modo e vado avanti per la mia strada. E i numeri sono dalla mia parte, non solo a Pescara". Oggi al Pescara lo lega la figura di Zdenek Zeman, di cui fu il successore nel 2012: "Gli ho mandato un videomessaggio di auguri, ieri, per i suoi settant'anni. Rimane un riferimento per tutti. Oltre l'allenatore, è anche una persona straordinaria. Affetto e stima per lui, che mi ha fatto vedere un calcio propositivo e rivoluzionario", dice l'allenatore del Foggia promosso in B giocando proprio con il 4-3-3 d'ispirazione zemaniana. Nel prossimo campionato di serie B, Stroppa sarà avversario del boemo. "Forse sì. Sapete com'è il calcio, non si sa mai... Sarà strano affrontarlo, ci sono andato vicino con il Pescara in serie A, esperienza solo sfiorata". Già, le sue dimissioni arrivarono dopo il ko di Siena, proprio nella settimana in cui si sarebbe giocata all'Adriatico la gara tra il Pescara e la Roma del boemo. "L'anno prossimo lui sarà l'uomo giusto dal quale ripartire - dice Stroppa di Sdengo - . Lo ha dimostrato a più riprese di saperci fare, non solo con i giovani. Prendendo lui, si sono portati avanti con il lavoro. Ha potuto testare in queste settimane i ragazzi della rosa di oggi, in modo da ripartire la prossima stagione con le idee chiare".
Anche il 49enne allenatore di Mulazzano ha le idee molto più chiare dopo l'esperienza sulla panchina biancazzurra di quattro anni fa. Cosa gli resta di quel debutto in serie A? "Tanto, perché tutto serve nella vita e nel lavoro. Quando vinci, ma ancora di più quando non vinci. Allo Spezia, al Sudtirol, a Pescara: mi porto dentro tante esperienze, nella gestione, nel lavoro quotodiano". Dopo il fallimento sportivo di questa stagione, i suoi undici punti sono una rivincita nei confronti del Delfino. "No, io non ho rivincite da prendermi", ribadisce Stroppa. Che a Foggia ha fatto la storia: "Una bella cavalcata, con il record di punti nella storia del Foggia e della Lega Pro (85), la miglior difesa, il capocannoniere del girone e altri numeri importanti, come gli undici punti di vantaggio sul Lecce, secondo. A guardarci dall'esterno, si può pensare che sia stato un percorso semplice, ma ogni partita è stata una sudata. A gennaio eravamo tutti in tre, quattro punti. Poi dieci vittorie consecutive nel momento topico della stagione ci hanno fatto cambiare marcia". Così si è ripreso il grande calcio e adesso tornerà all'Adriatico a sfidare il maestro.
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