Pescara e Vicenza, storia di una grande amicizia
Vicenza – Pescara ha scritto pagine importanti del calcio italiano, non solo sul rettangolo verde ma soprattutto sugli spalti. L’amicizia tra le due tifoserie è uno splendido esempio di sport sano che va rimarcato in un momento dove polemiche, critiche, problemi e fatti di cronaca riempiono pagine su pagine dei media.
PescaraSport24 ha accettato l’invito del Presidente di Lega Serie B, Andrea Abodi, “di promuovere il bello del calcio”. Abodi ad una platea di giovani qualche giorno fa ha dichiarato che “abbiamo la responsabilità di lasciare loro un mondo migliore possibile. Io vorrei lasciare loro il nostro impegno, che non vale solo oggi, a migliorare nei linguaggi e nei fatti il mondo del calcio". E allora abbiamo deciso di raccontare qualcosa su un gemellaggio antico e puro, da prendere ad esempio.
Per far capire anche alle nuove generazioni di supporters che il calcio non è solo rivalità. Ma anche amicizia che nel caso dei tifosi di Vicenza e Pescara ha radici lontane ed episodi particolari a rinsaldarla anno dopo anno. Abbiamo raccolto i racconti di alcuni tifosi – che vogliono restare anonimi e noi rispettiamo la loro scelta – e li abbiamo uniti in un solo articolo.
Premessa d’obbligo: raccontare un gemellaggio è ben diverso dal viverlo. Si perdono le emozioni, per quanto bene uno possa renderle in uno scritto. Ma ci proviamo comunque, senza voler avere la presunzione di voler raccontare tutto e voler descrivere cose che sono nell’intimo delle due tifoserie. E senza voler per questo fare una cronistoria di un rapporto che non può essere raccolto in un articolo.
“Il gemellaggio tra Vicenza e Pescara nasce molto prima che nascessero i gruppi ultras, tra i quali i Pescara Rangers, e quello ufficiale avvenne il 9 gennaio 1977, un anno dopo la nascita dei Rangers stessi. Quel giorno in migliaia di pescaresi andarono a Vicenza e loro ospitarono gli abruzzesi Il Delfino vinse, ma loro applaudirono la squadra biancazzurra ugualmente. Stesso discorso al ritorno: i vicentini vennero in massa e la loro ospitalità fu ampiamente ricambiata a base di vino e arrosticini. Vinse ugualmente il Pescara”, racconta un tifoso pescarese.
“Il gemellaggio deciso dai capi fu un momento suggestivo”, continuano i racconti e sembra di vedere la sacralità dell’ufficializzazione delle premesse, “con lo scambio di sciarpe a centrocampo. Un altro momento importante è stato quando qualche anno dopo il Vicenza aveva una partita difficile per non retrocedere in serie c2 e giocò a Ferrara (campo neutro) contro il Prato: da Pescara partirono quasi in mille a sostegno dei biancorossi, la stessa cosa che successe quando noi giocammo a Martina Franca lo spareggio e scesero in buon numero i vicentini. Di episodi ce ne sono parecchi, ma comunque non renderebbero bene il senso. Nel panorama ultras il nostro è considerato un gemellaggio storico riconosciuto dai codici ultras”.
Oggi non è insolito vedere in partite di una delle due squadre rappresentanza dell’altra a sostegno dei colori gemellati ed inoltre l’amicizia nata sugli spalti si è rinsaldata in forma privata. Vacanze in una delle due città o semplici visite, il bello del calcio è che la passione che rende uguali viene coltivata anche fuori dai 90’ di gioco. Ed ancora a lungo, in ogni stadio, risuoneranno cori che tutti i tifosi conoscono:“Pescara e Vicenza, nessuna differenza. Vicenza e Pescara, nessuno li separa”.
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