Quella goccia cinese che vale il primato solitario
Il punto
Il risveglio di Pescara ieri è stato bellissimo. Da tempo immemore il Delfino non riapriva gli occhi da capolista solitario del campionato ed il primato conquistato nella notte di Chiavari ha un sapore dolcissimo dopo 5 anni di amarezze e delusioni. Dopo appena 6 giornate e con una classifica cortissima che vede le prime cinque della classe racchiuse in appena 3 punti, è prestissimo ovviamente per fare dei bilanci anche solo parziali, ma se è vero che il buon giorno si vede dal mattino stavolta Pescara può davvero sperare in una giornata di sole. Con suggestivo tramonto di festa alla Nave di Cascella incluso. Anche nelle precedenti 3 stagioni in serie C, in verità, si era partiti molto bene, forse anche meglio sul piano del gioco espresso, ma la sensazione comune – poi confermata dai fatti - era che il Pescara non fosse realmente competitivo per puntare alla promozione in B. Quest'anno, invece, no. Al netto delle carenze strutturali della rosa, questa squadra – in un girone assai equilibrato e con valori livellati verso il basso – sembra avere tutte le carte in regola per poter arrivare fino in fondo. E a far sperare in un epilogo positivo sono i margini di miglioramento che questo Pescara ha. La manovra non è ancora fluida, ad esempio, e si fatica a creare occasioni da gol. Ma se è ancora imbattuto ed è al primo posto avendo vinto 3 partite su 3 in trasferta, se su 6 gare ben 3 si sono chiuse con Plizzari a festeggiare un clean sheet e se le quattro vittorie – due delle quali in fondamentali scontri diretti esterni, con Ternana ed Entella - sono arrivate tutte di misura, vuole dire che questa squadra si è calata nella categoria e che ha capito che per vincere il campionato bisogna saper interpretare e portare a casa le partite in modo sporco. E, soprattutto, questo Pescara ha una qualità rara e preziosissima che può permettergli di arrivare lontanissimo, fino a dove sogna di portarlo il suo nocchiero: la capacità di saper soffrire per poi riuscire a colpire. Indicative in tal senso le parole sui biancazzurri pronunciate da Alessandro Formisano, tecnico del Perugia, al triplice fischio della gara con il Grifo, la più brutta finora della banda Baldini. “Il Pescara lo devi tenere lontano dalla porta”, le sue parole, “aggredendolo e non permettendogli di starti addosso anche senza schiacciarti, perchè altrimenti prima o poi ti punisce. E' come una goccia cinese, che continua imperterrita a scendere fino a bucare la pietra. Ed il Pescara prima o poi ti buca al 100%”. Contro gli umbri non è accaduto, la classica eccezione che conferma una regola che ha trovato applicazione con Rimini, Pianese ed Entella. Il primo posto di oggi è figlio di solidità, concretezza, compattezza ed unione di intenti. Non di un calcio scintillante, ma di uno organizzato e pragmatico. E questa vetta della classifica dove ora sventola la bandiera biancazzurra è stata già raggiunta grazie a mister Silvio Baldini. C'è la sua firma, leggibile, in calce. E' il tecnico toscano ad aver trasmesso alla squadra un'anima prima ancora dei contenuti tecnici e tattici. Adesso va benissimo così, aspettando anche di avere in campo il miglior Merola. Ma se come punto di partenza hai l'aver capito che bisogna sempre e comunque almeno pareggiare il livello di agonismo degli avversari, se riesci ad avere una fisicità in grado di sostenerti nei momenti di down delle partite e se riesci a capitalizzare al massimo ciò che produci, vuol dire che sei già a buon punto dopo un mese di campionato pur avendo prospettive importanti di crescita sotto ogni punto di vista.
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