Editoriale

NUMERI IMPIETOSI

05.02.2013 08:52

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I numeri del Pescara sono davvero impietosi.  “Le statistiche sono come i bikini: fanno vedere molto, moltissimo, ma non tutto”, sostiene qualcuno, ma talvolta assomigliano più ad un nudo integrale.

Fermando l’analisi alle ultime quattro gare disputate, quelle dopo il giro di boa, contiamo quattro sconfitte (tralasciando il contenuto pessimo delle prestazioni) con 13 reti al passivo ed appena due all’attivo, oltretutto entrambe su rigore ed ininfluenti ai fini del risultato. Confrontando l’inizio del girone di ritorno con l’inizio del girone d’andata, il bilancio pende in favore del tanto vituperato Stroppa: 1 punto in più (conquistato in trasferta a Bologna prima di due vittorie consecutive), tre gol in meno incassati (10) ed uno in più realizzato (3) e due rigori  fischiati contro invece di uno, anche se poi neutralizzati (con Toro e Bologna), e 0 sanzionati in favore invece di due. 

Se poi allarghiamo il discorso ai numeri generali della stagione in corso, le statistiche sono, per dirla con un eufemismo, allarmanti: peggior difesa (48 reti incassate, media di 2,08 a partita), peggior attacco (19 reti all’attivo, media di 0,82 a match), squadra che ha collezionato il maggior numero di sconfitte (15) ed il minor numero di pareggi (2), media inglese pari a - 27. Soffermandoci solo sulle gare interne, il Pescara è la squadra che ha perso di più tra le mura amiche (7 volte sulle 12 gare disputate) e pareggiato di meno (un solo segno X); in trasferta, è insieme a Siena e Palermo il team maggiormente battuto (8 volte in 11 match, ma il Palermo ne ha disputato uno in più fuori dalla Sicilia), è quello in assoluto che ha pareggiato di meno (una sola volta) ed incassato più gol (26).

I vertici della società biancazzurra chiedono fiducia e fanno professione di ottimismo -è il classico gioco delle parti-  mentre il popolo biancazzurro palesa un crescente malumore. Anche questa volta, probabilmente, l’analisi dei tifosi per quanto cruda è la più lucida. Tutto questo mentre l’esonero di Zeman a Roma rilancia la concreta possibilità di uno Zeman Bis in estate.

Iniziare adesso lo stillicidio del “Zeman si, Zeman no”, per quanto in molti auspichino il rientro del boemo (cosa plausibile oltre che romantica ed interessante), significa delegittimare Bergodi e rendergli il lavoro ancor più difficile di quanto già non sia. C’è ancora quasi metà stagione da disputare ed una salvezza da conquistare con le unghie e con i denti. Si è ancora aggrappati al treno, anche se si è tornati nella zona rossa della graduatoria, ed i nuovi innesti sono destinati ad accrescere il peso del proprio contributo. Serve però un’immediata inversione di tendenza dopo aver fallito i primi tre dei cinque consecutivi scontri diretti in programma. A Palermo, al cospetto di un’altra squadra in profonda crisi, sarà una vera battaglia. Bisognerà uscirne a testa alta e a mani non vuote. 

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