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DARE E ANDARE AL... “MASSIMO” (per la vittoria finale)

28.05.2016 09:42
La stagione del Delfino analizzata da un punto di vista del tutto peculiare, che non manca affatto di spunti interessantissimi. Ecco l'appuntamento finale con la rubrica di PescaraSport24 “Calciologicamente”. Una analisi dettagliata sulle vicende biancazzurre affidata al dott. Pietro Literio. Buona lettura! Promessa quasi mantenuta: 10 gare fa, in piena crisi e fuori dai play off, Oddo parlò di mini-torneo (per stimolare i giocatori), chiedendo a sé e alla squadra di provare a vincerle tutte, pur continuando a giocare “bene” e a proporre la propria identità di gioco. Detto e (quasi) fatto: sono arrivate 7 vittorie e 2 pareggi nelle ultime 10 gare. Ha fatto meglio il nostro più diretto concorrente alla Serie A: il Trapani che è in serie positiva da 16 giornate, con 12 vittorie e 4 pareggi. L’ultima volta che ha perso è stato il 13 febbraio contro la Virtus Entella (per 4 a 0), ovvero nella 26esima giornata. Un percorso di crescita notevole e una straordinaria continuità di gioco e di risultati, con il terzo posto conquistato a scapito del Pescara. C’è da registrare invece l’ultimo “passo falso” del Delfino contro il Latina, che ha deciso il 4° posto in classifica. Ma anche nel pareggio contro il Latina si può e si deve trovare il POSITIVO (come già ha sostenuto Mister Oddo in conferenza stampa): serve ad imparare a “non abbassare mai la guardia”, ad avere più motivazioni e voglia di fare meglio nei play-off, giocando più da squadra, con più “Noi” e meno “Io”. Mister Oddo continua quindi a “fare di necessità di virtù”, a trasformare il “negativo” in positivo e a guardare continuamente il “bicchiere mezzo pieno”: è questa la cosiddetta MENTALITÀ VINCENTE, la “TESTA”, a cui il nostro allenatore è molto attento, soprattutto in questa fase finale dove la concentrazione, la motivazione, la serenità ma anche l’orgoglio la “fanno da padrona” e fanno la differenza a parità (o quasi) delle altre condizioni (fisica, tecnica e tattica). Infatti, come si allena la tecnica, la tattica e la condizione fisica si allena anche la “testa” (la “condizione Mentale”). Nel corso dei play-off, l’allenamento mentale (o “mental training”) ha lo scopo fondamentale di aiutare a trovare o ritrovare quella leggerezza, quella libertà interiore, ovvero quello stato d’animo sereno (di cui parla spesso il perfezionista Oddo) per esprimere al meglio il proprio gioco ed entrare in piena “forma”, come accade nei momenti di maggior successo, dove “tutto viene facile” (come a Perugia). In attesa di gustarci questo finale di campionato, può essere utile ripercorrere e analizzare il “percorso di crescita” del Pescara nel corso del Campionato per capire come ha trovato (e ritrovato) la vittoria, la continuità dei risultati, così da capire meglio anche fin dove potrà arrivare. Una premessa: ogni processo di crescita (personale o di gruppo) di solito non è lineare, ma “a gradini”, “a scatti” o “ad onde”, con passaggi e movimenti sempre più in avanti (verso il miglioramento e il successo) e più ampi (verso una maggiore costanza di risultati). Infatti, in un processo di crescita (al netto degli imprevisti) si sbaglia e si impara dagli errori (per avanzare e migliorare rispetto a prima), spesso non mollando e mantenendo la fiducia in sé stessi (la cosiddetta “Resilienza” o convinzione in sé stessi), fino a superare la crisi. E così è accaduto al Delfino, che ha oscillato sulle “onde del mare”, spesso in tempesta del campionato cadetto, imparando a cavalcarle sempre più dopo l’affanno e le difficoltà iniziali (e successive). Il grafico, qui di seguito, riepiloga proprio i risultati altalenanti o ondeggianti del Delfino (come nelle “montagne russe”), dando l’immagine del suo percorso di crescita “a salire” (con le “onde più alte”, che rappresentano le vittorie, sempre più ampie e lunghe). CatturaCome si può osservare dal grafico, dopo l’avvio e i risultati altalenanti di inizio campionato (nelle prime sette giornate), i cambiamenti principali nel percorso di crescita del Pescara (sia in termini di successi che di crisi e sconfitte) avvengono (al netto degli infortuni) in momenti ben precisi, in seguito a chiari cambiamenti TATTICI (introdotti dall’allenatore). In particolare dall’ottava giornata (primo momento di svolta), “esce di scena” Valoti e si impongono sempre più in campo Verre e successivamente Torreira. Non solo: da quel momento in poi Caprari prenderà il posto di Cocco in campo e comparirà più volte (tra i titolari) l’esperto Campagnaro (al posto prima di Fornasier e poi di Zuparic) che porterà spesso alla vittoria del Pescara. Ma dalla 18° giornata (secondo momento importante) il Delfino trova la (prima) continuità di successi grazie alla presenza costante in campo del leader Campagnaro (con 7 vittorie consecutive). Allo stesso modo, però, con il suo infortunio (dalla 25° alla 33° giornata) e con la precedente partenza di Fiamozzi sempre nel reparto difensivo (sostituito “malamente” da Mazzotta), il Delfino perde il suo equilibrio e le sue sicurezze e va per la prima volta “a fondo”, con una serie di 6 sconfitte e 3 pareggi di fila (terzo momento importante). La CRISI si interrompe nella 34° giornata (quarto momento di svolta), quando Oddo introduce la novità tattica in difesa rappresentata da Mandragora (difensore centrale) e, contemporaneamente, Vitturini come laterale (con un rendimento crescente), che restituiscono equilibrio alla difesa, “riportando a galla” il Delfino che da lì in poi “cavalcherà le onde” fino alla fine del campionato con 7 vittorie e 2 pareggi, nonostante l’assenza successiva (per infortunio) di Mandragora dalla 40° giornata. Ma la squadra, grazie alla serie vittorie realizzate, aveva già ritrovato il suo equilibrio, soprattutto la coesione e la maggiore sicurezza (specie in difesa). Pertanto, osservando l’intero percorso del Pescara compiuto finora nel corso del campionato si può affermare che “campioni si diventa”. Ora ci attende il Novara, con il suo pericoloso contropiede, con le sue verticalizzazioni veloci e frequenti tiri in porta. Tuttavia, nel corso del campionato ha fatto meglio del Pescara (“nei numeri”) solo per quanto riguarda la “protezione/difesa della sua area” (56.7 in media contro il 54.0 del Delfino) e i “tiri totali” verso la porta avversaria (14.5 in media contro il 14 del Delfino). In questa fase finale, tuttavia, il ruolo dell’allenatore diventa fondamentale e può fare la differenza, con le sue scelte tattiche ma soprattutto con la gestione della “testa” a cui Oddo è particolarmente attento. Non a caso ha dichiarato (nel corso delle ultime conferenze stampa) che ha una convinzione CIECA nei suoi giocatori e che il Pescara è favorito nei play-off, mostrando così alla squadra coraggio e di non avere paura di assumersi le sue responsabilità, consapevole dei mezzi a sua disposizione (una squadra da “8” che gioca bene e per vincere). Soprattutto Oddo con il suo comportamento (verbale e non) può trasmettere ulteriore serenità e convinzione alla squadra e all’ambiente, “cullando” il sogno della Serie A, senza averne paura, ma anzi trasformandolo in obiettivo verso cui orientarsi positivamente e da raggiungere tenacemente. In altre parole, l’allenatore ha il compito di aiutare i giocatori e la squadra a trovare quella leggerezza, quella libertà mentale, quello stato d’animo sereno per esprimere al meglio il proprio gioco (eventualmente facendo anche da “scacciafantasmi”), invece di vivere questa fase finale come un “esame”. Non solo: ha il compito anche di mantenere alta la concentrazione, evitando le distrazioni. E così che si raggiunge e mantiene l’eccellenza o la cosiddetta “mentalità vincente” (per tornare alla “testa”) ora più che mai fondamentale per il Pescara, con Oddo che ora deve cercare di dare ed andare al “MASSIMO”. Forza Pescara!

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