Ciofani: «Per la serie A c’è anche il Pescara»
Il difensore è stato protagonista nei giorni scorsi della diretta Facebook de Il Centro
Matteo Ciofani è tornato a casa, dopo tanto tempo. La scorsa estate il difensore ha fatto ritorno al Pescara, club che lo "svezzò". Adesso che è un giocatore maturo vuole aiutare il Delfino a centrare i suoi obiettivi. Che sono importanti...
Il difensore è stato protagonista nei giorni scorsi della diretta Facebook de Il Centro. Ecco le sue principali dichiarazioni:
«Bilancio al momento ottimo. Abbiamo ottenuto tanti risultati positivi esprimendo spesso un buon calcio. Peccato per la sconfitta di Palermo che è stata brutta solo per le dimensioni. In fondo siamo stati capaci di tenere testa a un avversario fortissimo fino a pochi minuti dal termine. Il ko non ha lasciato nessuno strascico. Ripartiamo nella convinzione di poter continuare a stare in alto. Il Pescara lotterà fino alla fine per le prime posizioni. Non siamo secondi in classifica per caso. Certo, ci sono squadre più attrezzate di noi, ad esempio Palermo, Verona, Benevento e lo stesso Crotone, che è un po’ indietro, ma le promozioni non si conquistano solo con i soldi o il blasone. L'Asocli? ho giocato nelle Marche quando c’era Pillon. Mi sono trovato bene e ho un bel ricordo. Domenica dovremo stare attenti perché l’Ascoli ha un allenatore che fa giocare bene le proprie squadre. Vivarini è molto bravo ei bianconeri sono una mina vagante del campionato. Per fare bene in B bisogna trovare un’alchimia giusta sotto tanti aspetti, ma vi confesso che questo Pescara mi ricorda tanto il Frosinone di Roberto Stellone. Le individualità ti fanno vincere una partita, ma per raggiungere il traguardo serve il collettivo. Brugman è un calciatore di altissimo livello. Anche Mancuso mi piace, è un attaccante atipico ma quando può muoversi vicino alla porta sa essere letale. Poi dico Marras per la grinta. Campagnaro è il leader? Hugo trasmette tranquillità. Ha un grande carisma ed è un punto di riferimento. Pillon? Non è affatto cambiato. È un gran lavoratore e un ottimo tecnico. Quando entriamo in campo sappiamo sempre quello che dobbiamo fare. Poi è schietto, non è una persona costruita, quando fa una scelta non ha secondi fini. Se ci dice la formazione? A grandi linee si capisce chi gioca durante la settimana, poi possono esserci dei ballottaggi. Ad esempio a Palermo ho saputo di dover scendere in campo solo qualche ora prima del fischio d’inizio».
E poi....
La concorrenza: «C’è una sana concorrenza e grande rispetto tra noi. Del Grosso e Balzano sono calciatori con un curriculum prestigioso. Balzano è molto zemaniano. Spinge sempre, mentre io sono più difensivo, meno appariscente, anche se nella scorsa stagione ho fatto l’esterno in una difesa a cinque e dovevo dare una mano davanti. Ho dato un buon contributo segnando anche tre gol».
Il Pescara dove deve migliorare? «Bisogna chiudere le gare. Qualche volta siamo stati poco cinici rischiando di compromettere il risultato, ad esempio contro il Lecce».
Che città ha trovato rispetto a dieci anni fa? «Pescara è cresciuta molto ed è ancora più bella. Sono arrivato qui grazie a Cetteo Di Mascio e ho fatto tutta la trafila nelle giovanili. Poi c’è stata la crisi societaria e sono andato via. Ora, per fortuna, sono tornato». Che idea si è fatto sulla tifoseria pescarese?
«All’inizio c’era scetticismo, ma pian piano si è ricreato l’entusiasmo e la passione dei tifosi comincia a farsi sentire. Tocca a noi conservarla»
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