"FATAL QUIETE" - Il Delfino Rampante racconta.....
L'apprezzata rubrica di Ps24
Torna una delle rubriche più apprezzate di Ps24, “Il Delfino Rampante racconta…” che ci fornisce, di settimana in settimana, un vero e proprio affresco sulle vicende biancazzurre da una angolazione diversa dal consueto….. Buona lettura!
"FATAL QUIETE"
Numeri. Dal greco antico arithmòs. Da cui aritmetica, la branca della matematica che studia appunto i numeri e le operazioni numeriche di base.
Non dobbiamo di certo richiamare i sumeri oppure Pitagora per fotografare gli impietosi e attuali numeri del Pescara. Numeri che non mentono. Sono così e basta. Freddi nella loro, a volte cruda, verità. Tanto vera che, spesso, ricordiamo - anche ai giorni nostri - il motto latino “defendit numerus”: nei numeri è la sicurezza. Nel nostro caso, sarebbe meglio dire l’insicurezza.
Tant’è che i numeri, i nostri numeri, dicono che il Pescara nelle ultime sette partite di campionato ha conquistato la miseria di 5 punti frutto di una sola vittoria (1-4 a Lucca), due pareggi entrambi all’Adriatico (0-0 Vis Pesaro e 1-1- Rimini) e ben 4 ko di cui due tra le mura amiche (1-2 Torres e 2-3 Recanatese) e due in trasferta (1-0 Pineto e 1-0 Carrarese). Quarta peggior difesa del torneo (17 reti al passivo ex aequo con Recanatese e Ancona) davanti solo ad Arezzo (21), Rimini (24) e Fermana (22), rispettivamente dodicesimo, sedicesimo e ultima in classifica.
Biancazzurri, come se non bastasse, sconfitti negli scontri diretti finora giocati contro squadre della parte sinistra della classifica (vedi Torres, Carrarese, Recanatese e Pineto), al cospetto delle quali ha guadagnato solo 4 punti (nella trasferta di Perugia 1-1 e in quella di Lucca 1-4). Se mettiamo per un attimo da parte la Coppa Italia, l’ultima vittoria interna del Delfino risale addirittura al 2 ottobre scorso: 3-2 col brivido ai danni del Gubbio. Match risolto solo al novantesimo dal terzino Moruzzi.
Se non è crisi poco ci manca. Anche se Zeman getta acqua sul fuoco: “E' un momento non buono dal punto di vista dei risultati ma anche contro il Rimini abbiamo giocato di più e meglio degli avversari”, ha detto nel post partita il tecnico boemo.
E dire che al cospetto dei romagnoli la gara si era messa subito in discesa grazie alla rete di un altro terzino, Milani, dopo appena tre minuti di gioco. Poi quasi il vuoto, speriamo - per il futuro - non come quello di Bootes, quella vastissima regione dello Spazio quasi vuota e priva di galassie. Al momento, purtroppo, i biancazzurri sembrano però piombati nella fatal quiete di foscoliana memoria facendo dormire "quello spirto guerrier" descritto nel sonetto "Alla sera".
Abbiamo perso - ci auguriamo temporaneamente - la via maestra. Siamo nell'angolo, that's me in the corner, riadattando nella traduzione un passo della celebre canzone dei REM, losing my religion.
Ora dobbiamo rialzarci. Con raziocinio, intelligenza e caparbietà. Questo week end, contro il Pontedera, non si gioca. I biancazzurri hanno chiesto e ottenuto il rinvio della gara in Toscana per via delle Nazionali (si recupera martedi 5 dicembre, ore 18:30).
Poco meno di due settimane, quindi, per preparare il big match di sabato 25 novembre all'Adriatico contro la corazzata Cesena. La squadra di Toscano veleggia a suon di gol: miglior attacco (32 reti realizzate) e terza miglior difesa del campionato (11 reti subite).
Una partita romantica. Che sa di altri palcoscenici. Ma soprattutto un'altra partita da dentro o fuori: dobbiamo riprendere "il viaggio come dopo il naufragio un superstite lupo di mare". Così scriveva nel febbraio 1917 Giuseppe Ungaretti nell'Allegria dei naufraghi. Così deve fare il Pescara con l'allegria di chi, come un naufrago, ha perso quasi tutto ma resta aggrappato alla vita, nel nostro caso al campionato.
Il 25 agosto 1975 Bruce Springsteen, che di certo non ha bisogno di presentazioni, pubblica l'album Born to run che contribuì a fare la storia della musica mondiale. Ebbene, Zemanlandia è nata per correre, divertire e divertirsi. Torniamo a farlo già dalla prossima partita per riprendere il nostro cammino bruscamente interrotto. Con allegria.
Insomma, come disse Giuseppe Garibaldi a Nino Bixio nella famosa battaglia di Calatafimi vinta contro i Borboni: qui o si fa l'Italia o si muore. Sportivamente parlando, s'intende!
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