Prima squadra

Piccoli sprazzi di Zemanlandia

Ancora ad intermittenza, inevitabilmente

20.03.2023 09:53

Una vittoria targata Zeman all'Adriatico mancava dal 10 febbraio 2018. All'epoca un gol su calcio di punizone di Brugman al minuto 80 piegò la Salernitana di Colantuono, ieri – 5 anni e un mese dopo – il 3-1 alla Turris ha riallacciato il filo del destino. In campo in quella gara di un lustro fa c'era anche Leonardo Mancuso, ieri in tribuna all'Adriatico. Ha portato fortuna ad un Delfino che inizia a recepire i dettami di Zeman. “Si è visto il mio calcio? Un po' si e un po' no”, ha sentenziato il tecnico boemo. Ed ha ragione. Non è ancora un Pescara ad immagine e somiglianza del boemo, ma non potrebbe essere altrimenti visto il poco tempo avuto dal demiurgo di Praga per incidere. E subentrare in corsa è sempre complicato per tutti, ancor di più per un integralista come il creatore di Zemanlandia. Il presidente Daniele Sebastiani concorda con questo assunto e nella sua analisi è chiaro: “Si è visto solo qualcosa di Zeman, è arrivato da soli 10 giorni ed i miracoli non li fa nessuno, nemmeno il mister. Ma quando si può giocare palla a terra questa squadra ha grandi qualità". Vero, ma non basta. Serve atteggiamento pugnace su ogni campo, perchè in C le gare sporche sono certamente molte di più rispetto a quelle nelle quali il fioretto dà più benefici della sciabola, e serve continuità di rendimento. Qualcosa si è indubbiamente visto, altro - soprattutto la continuità di gioco e la ricerca della verticalità - certamente no. Si inizia di sicuro a vedere la mentalità, al di là della modalità di esecuzione del calcio di inizio in se stesso (che vuol dire ben poco concretamente), soprattutto nella tendenza a tenere assai alta la linea di difesa in fase di non possesso e nel tentativo di pressare alto alla ricerca della riconquista del pallone. E poi? Nell'atteggiamento dei terzini, che in altre garein genere aspettavano troppo dietro senza accompagnare sempre e comunque entrambi, partecipando solo a staffetta allo sviluppo dell'azione: contro la Turris l'atteggiamento degli esterni bassi è stato diverso. In avanti si è ricercata di più, ma ancora non in modo realmente zemaniano, la verticalità. Si è tenuto troppo il pallone con fraseggio orizzontale e/o con troppi tocchi di uno stesso giocatore, vedi Rafia e Kolaj. A proposito di Rafia: è già un extralusso, se dovesse attaccare meglio gli spazi senza palla, tenere meno il pallone tra i piedi quando è necessario, e manrenere meglio la posizione in fase di non possesso potrebbe divantere semplicemente devastante, ancor di più di quanto non lo sia già oggi. A centrocampo Palmiero inizia ad essere poi un buon metronomo e Kraja, per acume tattico e senso della posizione, sembra poter essere una mezz'ala assai interessante per mantenere equilibrio e dare una sponda al play nella costuzione della manovra. Anche perchè il gioco delle catene è ancora poco sviluppato, inevitabilmente, ed è “sbilanciato” più a destra che non a sinistra, dove ci sono uomoni di cifra tecnica maggiore nella capacità di costruire (Merola, Rafia e Crescenzi, e ancor di più quando il terzino è Cancellotti). La prima vittoria interna dello Zeman ter nel tabellino dei marcatori porta la firma del pupillo del boemo, Davide Merola, e di Aristidi Kolaj, l'uomo rilanciato da ZZ dopo che il suo trasferimento al Crotone è saltato all'ultimo giorno della sessione invernale di calciomercato. Ed è forse un segno del destino che a regalare la prima gioia all'Adriatico siano i due esterni d'attacco, uomini fondamentali nel 4-3-3 zemaniano. Merola sembra titolare inamovibile, Kolaj al netto del gol dovrà faticare per mantere la maglia perchè Desogus quando sta bene sembra più adatto al credo di ZZ. A rifinire il successo ci ha pensato poi Edoardo Vergani, andato a segno (edè sempre una buona notizia) dopo esser subentrato ad un Lescano che è rimasto a secco ma sembra muoversi già meglio al centro del tridente e che solo per problemi di mira non è riuscito a ritoccare in meglio il suo score. Chiudiamo citando le parole mister Gaetano Fontana, sperando siano di buon auspicio per il futuro. “Il Pescara ha grossi valori, la sua unica sfortuna è aver incontrato sulla sua strada squadroni come Catanzaro e Crotone, ma ai playoff dirà la sua”, le parole del tecnico. “Sono un fan di Zeman, ha cambiato il calcio insieme a Sacchi ed è un uomo puro”. Adesso, però, i primi bagliori di Zemanlandia non devono subito essere oscurati. Mancano una manciate di partite agli spareggi, arrivarci nelle condizioni psicofisiche ottimali, prima ancora che tecnico-tattiche, potrebbe fare tutta la differenza del mondo….Ai playoff, infatti, non sembrano esserci squadre cosiddette “ingiocabili”, Crotone incluso….

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