Prima squadra

"Ogni maledetto.... Sabato"

Il Delfino Rampante racconta....

10.10.2022 14:55

“Il trattore [...] è forte. […]. Imperturbabile, regolare, tira il suo carico. Trascina quel che mille braccia non potrebbero trainare”. 
Sono parole dello scrittore francese Michel Qoist. Sono parole che ben si accostano al Pescara formato trasferta: 12 punti in 4 gare giocate. Per restare in ambito linguistico francese, en plein direbbero i nostri cugini transalpini. 10 le reti realizzate lontano dallo stadio Adriatico e soltanto 2 quelle al passivo. Se non si tratta di un trattore, poco ci manca.
Ma il trattore, come scriveva ancora Qoist, “[...] ha bisogno di me: ha bisogno dell’uomo”. Quali sono questi uomini? O meglio chi sono rispetto al match di sabato pomeriggio in quel di Potenza? E' difficile dirlo. E' complesso stilare una sorta di graduatoria. Perché i biancazzurri scesi al “Viviani” hanno dato l'impressione di essere un ottimo collettivo. Tutti per uno, uno per tutti. Si dice così. Anzi, nel caso del Pescara si fa così. Un gruppo coeso e determinato verso un obiettivo importante.  
“Dovete guardare il compagno che avete accanto, guardarlo negli occhi, io scommetto che vedrete un uomo determinato a guadagnare terreno con voi, che vi troverete un uomo che si sacrificherà volentieri per questa squadra, consapevole del fatto che quando sarà il momento voi farete lo stesso per lui”. Lo diceva Al Pacino. Nello spogliatoio. E' quello che possiamo immaginare si dica, oggi, all'interno delle quattro mura dello spogliatoio tra Mora e compagni. Sì, Mora. Proprio lui. Corre e sbraccia. Difende e  attacca. Protegge i compagni e soprattutto pensa. Anima, cuore e mente di questo Pescara. Quanti di noi, in questo scorcio di stagione, hanno esclamato almeno una volta “Passate la palla a Mora. Ci pensa lui”. Diversi. Probabilmente tanti. Come sabato, in terra lucana: lo vedevi a protezione della difesa e poi a far ripartire il gioco. Lo vedevi rallentare o accelerare in maniera scientifica. Lo vedevi ergersi a sostegno delle ragioni della squadra nei confronti dell'arbitro o degli avversari. Da capitano. Da leader.
Senza dimenticarci di Brosco e Boben. In punta di piedi. In sordina. Stanno costruendo un muro quasi invalicabile a ridosso della porta. Forza, qualità, esperienza e carattere. Tutto insieme. Anzi, tutti insieme. Perché in due, insieme, è meglio. Limitando al minimo gli inceppi poiché, nella vita e nel football, diceva ancora Al Pacino, “[...] il margine di errore è ridottissimo. Mezzo passo fatto un po’ in anticipo o in ritardo e voi non ce la fate, mezzo secondo troppo veloce o troppo lento e mancate la presa”. Questione di centimetri. Lo sa benissimo spiderman Plizzari che con le mani – vedi il miracolo al novantesimo – o con i piedi – vedi l'assist nel primo tempo per Desogus – risponde sempre presente, facilitando il compito dei propri compagni, dei propri amici perché, come ricorda una celebre pubblicità del pesto, “gli amici sono i fratelli che ti scegli”.
Bottino pieno in trasferta. Si accennava prima. Beh, sabato pomeriggio a Pescara arriva la Fidelis Andria. E' ora di cambiare marcia tra le mura amiche. Di tornare a far valere la legge dell'Adriatico: “La vostra gloria, undici ragazzi, come un fiume d’amore orna [PESCARA]”, narrava, seppur in maniera un po' rivisitata per l'occasione, Umberto Saba. Sugli spalti è già [ri]cominciata l'avventura, non fermiamola.

Il Delfino Rampante

Commenti

Dal no allo United al rilancio col Pescara: a tutto Vergani
Sebastiani: "In questo anno calcistico sicuramente porterò dentro delle persone in società"