Prima squadra

"Se questo è un tifoso": il racconto di una trasferta amara

19.09.2016 13:49
Una trasferta amara, non solo per il risultato sul campo. Soprattutto per il trattamento riservato ai tifosi ospiti. Lazio - Pescara ed il racconto di un testimone oculare, William Gelsumino di Quelli del Delfino. Buona lettura! "Se questo è un tifoso" Prendo in prestito volutamente e forse anche in maniera che alcuni giudicheranno fuori luogo il titolo dell'Opera di Primo Levi. Il paragone è forte, ma è per richiamare l'attenzione su un tema che in tanti fanno passare in secondo piano: quello dei controlli a cui sono sottoposti i tifosi in trasferta. Sì, perché solo chi è avvezzo alle trasferte sa di cosa sto parlando. Per carità, è giusto eseguire dei controlli quando si entra in uno stadio, soprattutto ora in un periodo così difficile e delicato, però a tutto c'è un limite. Molti potranno dire che la pratica delle perquisizioni, spesso anche corporali (e non effettuate da donne su donne), c'è sempre stata e quindi alzare ora un polverone non serve a niente! In tanti dicono o scrivono "ai miei tempi facevano anche di peggio, quindi ora non ci scandalizziamo!" Esatto anche questo... ma "a quei tempi" non c'erano i social network ed internet non era così sviluppato e quindi ora possiamo approfittare di questa potente "arma" per alzare la voce e ribellarci se riteniamo che la misura sia colma! Quello che è successo sabato 17 settembre a Roma in occasione della partita di Serie A Lazio-Pescara non può passare sotto silenzio... almeno non per me! In 1400 partiamo da Pescara alla volta della Capitale per seguire i nostri colori. Tra le 13 e le 14 la carovana biancazzurra "intasa" festosamente la A24 e la A25, fino alla stazione di servizio di Carsoli, dove tutti veniamo raggruppati in attesa della "scorta" che ci porterà fin dentro il settore ospiti, pratica che accade sempre e quindi rientrante nella norma. Usciamo dal casello a Lunghezza e lì ci viene imposto di scendere dai pullman con documento e biglietto della partita alla mano. Salgono sul primo bus e letteralmente tolgono via ogni sorta di lattina e di bottiglia di vetro. Tralascio il "tatto" con cui tutto questo viene effettuato. Controlli meticolosi come neanche al check-in di un aeroporto. Poi un giorno qualcuno di buona volontà mi spiegherà che senso ha togliere lattine di birra ben sapendo che poi tanto dentro lo stadio non potranno entrare. Finiscono il controllo sul primo bus e poi procedono... a far scorrere tutta la carovana senza ulteriori controlli! "Si parte finalmente!" è la frase ricorrente. "Senza birre, sì, ma almeno accontentiamoci perché scortati in pochissimo arriveremo allo stadio!" Ed invece... Inizia un tour non richiesto della "Città Eterna". Per carità, è sempre bello visitare questa straordinaria città e capisco che vogliano farcela gustare appieno, ma diciamo che passare in via Ottaviano per arrivare allo stadio Olimpico non è esattamente il massimo della comodità... specie per 10 pullmans! La sensazione generale è che il ritardo e le strade "sbagliate" non siano casuali e mentre sul mio bus impazzano le polemiche, la partita è iniziata ed accendiamo la radio almeno per sentirla, visto che non riusciamo a vederla. Arriviamo nel piazzale del settore ospiti alle 18:15 circa e sgomitando a destra ed a manca (non mi soffermo sulle perquisizioni...) riesco a mettere piede finalmente nel settore ospiti: sono le ore 18:30 circa... La partita è al 27' minuto e faccio appena in tempo a tirare un sospiro di sollievo quando vedo Parolo spedire alto di testa da buonissima posizione. A me è andata bene, perché ero su un pullman, ma a chi era in macchina è andata decisamente peggio: costretti a parcheggiare a circa 2 km dallo stadio e costretti a fare a piedi e senza scorta tutto il tratto di strada. Per carità, stiamo andando ad assistere ad una partita di calcio e quindi è assurdo che una persona debba andarci scortato, ma se si è disposto un servizio d'ordine forse non sarebbe stato meglio farlo per bene senza tralasciare un particolare determinante? Se è vero che eravamo 1400 e che 500 circa si sono mossi con i bus, gli altri 900 si sono mossi prevalentemente con le auto! La partita scorre via ed al momento di uscire dallo stadio si aspetta come sempre il tempo tecnico che la zona circostante sia libera per farci uscire e scortarci di nuovo verso l'autostrada per fare rientro a casa. Qui si raggiunge il picco più clamoroso. Tutte le aree di servizio vengono presidiate con sbarramenti delle forze dell'ordine agli ingressi per evitare che i tifosi pescaresi possano avervi accesso! Alla quarta area di servizio bloccata con la medesima modalità, i tifosi, spazientiti escono a piedi sull'autostrada, esponendo loro stessi ed i viaggiatori a pericoli non indifferenti! Perché permettere tutto ciò? Perché far rischiare la vita a delle persone che avevano l'unico desiderio di soddisfare dei bisogni fisiologici e magari prendere un caffè o mangiare un panino? Noi uomini per natura siamo più fortunati, ma immaginate le condizioni delle tante donne presenti in questa trasferta: tante sono tornate a casa per poter finalmente espletare i loro bisogni... Altre invece non ce l'hanno proprio fatta! Io non sono competente in materia, ma se si voleva evitare che i "temibilissimi vandali" potessero entrare in azione sulle stazioni di servizio, non sarebbe stato più opportuno far chiudere i bar/ristoranti e lasciare quantomeno che i bus e le auto entrassero nell'arera parcheggio? Magari anche sorvegliati a vista, ma almeno saremmo stati liberi di sgranchirci le gambe o di fumare una sigaretta! Noi non siamo delle bestie e neanche terroristi! La nostra unica ambizione è quella di passare una giornata in compagnia di amici che condividono la nostra passione sana per il calcio portando il più in alto possibile i colori della nostra città! Controlli sì, anche serrati in talune circostanze, ma soprusi e prese in giro no! Senza noi tifosi su quegli spalti il calcio non avrebbe senso!

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