Prima squadra

Anania a PS24: "Zeman deve restare il timoniere fino alla fine"

"Non avrebbe senso a mio parere esonerare il mister, anzi bisogna dargli ancora più fiducia"

11.12.2017 07:57

Solo Zeman può trobvare il bandolo della matassa. E far uscire il Pescara dalla crisi nella quale versa. E' questa, in estrema sintesi, l'opinione di Luca Anania, il portiere del "Pescara dei Miracoli", quello del 2011-12 che ebbe proprio in Zeman il condottiero di un manipolo di ragazzi che stupirono il mondo del calcio.

 DALLA PARTE DI ZEMAN - «Zeman non va messo in discussione, deve essere sostenuto. Per me deve restare il timoniere fino alla fine, senza dubbio. Non lo dico per l’affetto che provo per lui, ma fondo la mia opinione in base a quello che ho visto finora. Seguo sempre il Pescara, eccetto la gara di Cesena, e una mia idea me la sono fatta. Non avrebbe senso a mio parere esonerare il mister, anzi bisogna dargli ancora più fiducia. In questo senso, deve essere brava la società a sostenerlo, deve essere forte e dare un segnale importante. La presenza di Pavone può aiutare»

I PROBLEMI - «La squadra ha buttato via un po’ di punti, questo è innegabile. Ma le prestazioni ci sono sempre state, sono mancati i risultati finora ma sono certo che arriveranno. Nel cammino del Pescara hanno inciso gli episodi, variamente intesi. Errori dei singoli ed i tanti infortuni, proprio quando si stava trovando un assetto, hanno avuto più peso di quanto si pensi».

PARAGONI DA EVITARE- «Questa non sembra essere una squadra che ha tutte le caratteristiche adatte, intendo come interpreti, per esprimere il gioco e la filosofia del mister, come era la nostra. Da Zeman non si può pretendere che inventi la luna, ma i suoi meccanismi particolari si possono comunque apprendere e metabolizzare, dando sempre il 100% a livello mentale in primis. Fare paragoni tra questo Pescara e quello dove giocavo io non è corretto. In quella squadra c’erano giocatori che conoscevano il calcio di Zeman e che erano importanti anche se non erano titolari. Pensate a Bocchetti, che poi divenne determinante sul campo nel finale di stagione: era stato fondamentale anche prima, pur non giocando, nello spogliatoio e per inculcare la filosofia del mister. Inoltre, al netto del talento incredibile di alcuni elementi, che stanno facendo cose grandissime nel calcio che conta e che sono sotto gli occhi di tutti, c’erano giocatori che conoscevano già il suo calcio ed uno zoccolo duro che nei momenti difficili ha fatto sentire in modo positivo il suo peso». .

LE PROSPETTIVE - «Il campionato è ancora molto lungo, c’è tempo e modo di recuperare. «I playout sono dietro l’angolo, è vero, ma la classifica è corta e basterebbero due vittorie per rientrare nella lotta per la promozione. Da questa situazione si esce solo mantenendo calma, tranquillità e nervi saldi. Ovvero analizzando bene i problemi che ci sono, ricompattando l’ambiente e facendosi tutti un esame di coscienza»».

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