Un po' Conti, un po' Zola e un po' Insigne: c'è Cangiano alla corte di Sdengo
La storia del nuovo biancazzurro
O la va o la spacca, stavolta per Gianmarco Cangiano non ci sono alternative. La stagione 2023-24 deve essere quella della consacrazione per il talento classe 2001, che a Pescara vuole recuperare il tempo perduto in trasferimenti in prestito risultati non felici. Il Bologna crede ancora in lui, tanto da fargli firmare il prolungamento del contratto prima di spedirlo in riva all'Adriatico dove c'è l'allenatore dei sogni di tutti gli attaccanti: Zdenek Zeman. E proprio la presenza del boemo in panchina ha convinto il giocatore, che arriva in prestito con diritto di riscatto e controriscatto, a scendere di categoria dopo aver assaggiato la serie A con i rossoblù (3 presenze nel 2019-20, debuttando contro la Juventus per volontà diel compianto Sinisa Mihajlovic che lo scelse come l'esordiente numero 912 nella storia del club), la B con Bari, Crotone ed Ascoli ed anche l'Eredivisie, la massima categoria olandese con la casacca del Fortuna Sittard dove ha messo insieme 5 presenze in 6 mesi da gennaio a giugno 2023. In totale tra i professionisti ha collezionato 49 presenze ed un solo gol, siglato in maglia Ascoli nella stagione per lui migliore, la 2020-21 quando ha messo insieme 25 gettoni in cadetteria. Meno di 50 gare tra i grandi sono uno score troppo esiguo per uno con le sue qualità, che hanno stregato quando era ancora in tenera età un certo Bruno Conti. Gianmarco, figlio di Salvatore che ha giocato tanto in C e in D, è cresciuto a pane e pallone grazie al papà e al fratello Riccardo, anche lui calciatore, e un po' ricorda il “Brunetto Mundial”, anche se gioca sulla corsia opposta a quella che occupava uno degli eroi di Spagna 1982, per il dribbling ubriacante e l'innata capacità di saltare l'uomo per fornire assist deliziosi o battere a rete. Caratteristiche, queste, che gli torneranno certamente utili anche a Pescara per vincere la concorrenza di Federico Accornero, il talento già in rampa di lancio, come titolare nel tridente e per rinnovare il nomignolo di “Magic Box” con il quale era da tutti conosciuto fino a qualche anno fa perchè gli addetti ai lavori lo reputavano l'erede di Gianfranco Zola. Come l'ex Chelsea, infatti, Cangiano nasce trequartista prima di traslocare sulla fascia in un calcio che oggi, rispetto a quando giocava il fuoriclasse sardo, è tornato a prevedere più le ali che non gli uomini tra le linee. In mezzo, è ormai noto, la nuova generazione di allenatori preferisce elementi dai piedi buoni ma di struttura fisica certamente più prestante rispetto a quella del nuovo biancazzurro, che comunque è alto 176 cm e non tira indietro la gamba nei contrasti. Conti lo ha scovato nei campetti della periferia della capitale per portarlo nel settore giovanile della Roma, dove arriva fino alla Primavera ed è seguito dall'allora tecnico della prima squadra Eusebio Di Francesco, che però non fa in tempo a farlo esordire coi grandi prima del passaggio all'ombra della Torre degli Asinelli, dove ha sfoggiato tra i baby quel tiro a giro che a Pescara porta alla memoria le prodezze di un certo Lorenzo Insigne, partito dalla Zemanlandia biancazzurra 2011-12 alla conquista del grande calcio. E adesso, grazie al mentore di “Lorenzo il Magnifico”, Cangiano sogna di ripercorrerne le orme, spiccando finalmente da Pescara il volo verso lidi più importanti. Oggi, nel grande classico dell'estate abruzzese che stavolta è anche un anticipo di campionato, ovvero Pescara-Pineto in programma allo stadio Di Febo di Silvi alle 18 e valido come secondo Memorial Serra, Gianmarco farà il suo debutto con la casacca biancazzurra sulle spalle. Ha scelto il numero 32 e vuole subito lasciare il segno.
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