Oddo va esonerato. Macché, è bravissimo
Inutile rifare il conto dei numeri relativi alle ultime nove giornate. Sono tutti negativi, nessuno escluso. La classifica la conosciamo a memoria, basterebbe poco per tornare in corsa ma al momento il Pescara è fuori da tutto. Ci sembra, quindi, francamente incomprensibile l’atteggiamento di chi si ostina a osannare, o al limite a difendere, il lavoro di Massimo Oddo. La tifoseria è spaccata al riguardo, con la frangia dei critici che si allarga ad ogni risultato negativo. Tutto normale, il tifoso è giustamente umorale. Meno normale è apprendere che il presidente Daniele Sebastiani è talmente soddisfatto di Oddo da pensare di proporgli a breve un prolungamento di contratto. MARINO E BARONI - Magari rischiamo di essere banali, ma qualche parallelismo con il passato va fatto. Lo scorso anno, alla 33esima giornata con Baroni alla guida il Pescara aveva incamerato 48 punti (appena 1 in meno della gestione Oddo) e occupava la settima piazza in solitudine. Il tecnico toscano subiva critiche continue. Il suo Pescara era troppo sparagnino, si diceva. Ma basta rivedere i numeri e ci si accorge che con Baroni, in 33 giornate, il Pescara realizzò 55 reti, contro le 50 di oggi, subendone 43, tantissime come le 46 del presente. Due stagioni fa, con le gestioni del fischiatissimo Marino e poi Cosmi, il Pescara viaggiava con 45 punti, ai margini dei play off. E allora, evitando di tornare troppo indietro nel tempo, perché Marino e Baroni erano due brocchi e Oddo è considerato un cavallo di razza con pressoché gli stessi risultati? Semplice, perché, secondo alcuni, in primis il presidente Sebastiani, questo Pescara diverte, quello di Baroni e Marino no. Scusate la franchezza, ma cosa c’è di tanto divertente nel perdere cinque volte di fila? NON VA - Oddo ha sbagliato la gestione dell’organico. Basti pensare alle mille panchine e tribune di Selasi che di colpo si ritrova titolare nella Caporetto di Vercelli. O alle difficoltà di Fiorillo che prima di accomodarsi in panca ha infilato errori su errori. E Cocco? Da titolare alla tribuna per due volte consecutive, di nuovo in campo dal primo minuto, quindi panchina e ancora titolare. Tutto questo nelle ultime gare. E potremmo citare la cattiva gestione di Mandragora (elemento fortemente voluto da Oddo), passato da leader indiscusso a panchinaro. I CAMBI - Per un numero imprecisato di incontri sono entrati i soliti Mitrita, Acosta e Pasquato, anche in sostituzione di difensori. Ma con gli evidenti problemi nella terza linea non sarebbe il caso di coprirsi specie quando sembra girare tutto storto? MERCATO E DIFESA - Spesso si è parlato degli errori societari nella sessione di gennaio. Ma lo stesso Oddo ha dichiarato a chiare lettere che Coda è sempre stato l’unico obiettivo. Servivano due centrali, uno esperto e pronto, l’altro possibilmente giovane. Ma l’errore più grosso è il non essere riuscito a trovare i rimedi tattici per subire meno gol. Se in Primavera non ci sono elementi pronti, Oddo avrebbe dovuto “appesantire” il centrocampo o perfino arretrare qualcuno per aumentare la resistenza difensiva. E invece il Pescara ha continuato a imbarcare acqua. O davvero pensate che perdere in questo modo sia divertente e che questo sia il calcio spettacolo? Eppure non è tutto da buttare. Il giocattolo che piaceva tanto non è da mettere in soffitta o, peggio ancora, da sostituire CRITICHE ESAGERATE, VA TENUTO - "Un periodo di flessione va messo in conto in un campionato lungo ed estenuante come quello di Serie B", è la prima obiezione dei sostenitori del tecnico al fronte dei detrattori. Vero, è impensabile per qualsiasi squadra tenere una media altissima per tutto il torneo. Prova ne sia persino l'andamento del tandem di testa, che comunque ha preso il largo ma che ha fatto registrare rallentamenti che potevano essere letali se dietro avessero tenuto un passo spedito. Bastavano 5-7 punti in più (comunque uno score basso) in questo "periodo di magra" per far leggere il periodo dei biancazzurri e la classifica in modo molto diverso: Oddo non sarebbe stato in discussione. Oltretutto, molti punti sono stati persi per strada a causa di errori, anche marchiani, dei singoli. E su quelli un allenatore può poco... IL GIOCO - Quello che non è mai mancato in questo periodo è stato il gioco. Anche nelle partite peggiori, il Pescara ha provato a vincerle tutte creando parecchie occasioni da rete. Magari con poca lucidità, ma con molta generosità e senza mai dare l'idea di essere in balìa dell'avversario. Oddo è riuscito a plasmare una squadra con una precisa identità, ed è proprio questa la discriminante con i suoi recenti predecessori (Marino e Baroni). Anche Zeman perse cinque gare consecutive, ma nessuno lo mise in discussione o ne "chiese la testa" per la stessa motivazione per la quale la piazza pescarese, in larga misura, oggi non vuole l'esonero di Oddo: il gioco e il cammino pregresso alla crisi LE ATTENUANTI - Non tutte le colpe sono da attribuire al tecnico, che in più di una circostanza è stato costretto a fare di necessità virtù. Nel periodo nero ha dovuto fare i conti con una emergenza continua, essendo privo in ogni partita di almeno 4 titolari non facilmente sostituibili. Se a questo aspetto aggiungiamo un pizzico di sfortuna e qualche svista arbitrale, non clamorosa ma comunque penalizzante, il gioco è fatto. Da "aziendalista", poi, il tecnico si è assunto molte responsabilità nelle scelte di mercato (se non tutte). Ma in realtà le ha "subite", non indirizzate. Sin da metà ottobre aveva chiesto un difensore centrale pronto ed affidabile, oltre ad uno sfoltimento dei ranghi offensivi. Il risultato? Ha avuto un attaccante in più e solo nell'ultimo giorno di mercato gli è stato consegnato il difensore, oltretutto fisicamente da recuperare... PROGETTO - Ma davvero avrebbe senso cambiare ora tecnico? No e non solo perchè non ci sembra esserci disponile un allenatore adatto. Cambiare sarebbe un salto nel buio, Oddo ha il polso della situazione e sa come e dove intervenire per riprendere in mano il bandolo della matassa. Il Pescara è scivolato ai margini della zona playoff, ma non tutto è perduto e basta poco per risalire la china. Inoltre, non sembra esserci una squadra migliore di quella biancazzurra in grado di issarsi al terzo posto (con ciò che questo di propizio comporta in chiave spareggi): hanno tutte problemi ed i continui avvicendamenti dietro la coppia di testa ne sono la testimonianza. Perchè addirittura proporgli l'allungamento del contratto? Facile, per avere progettualità. Con la firma in calce al nuovo contratto, infatti, si avrebbe un duplice giovamento. Per il presente, legittimando la guida tecnica nello spogliatoio e davanti all'opinione pubblica largamente intesa (tifoseria/stampa), e per il futuro, potendo ragionare in prospettiva di lunga scadenza dando vita al "famoso progetto", più volte sbandierato ma mai messo realmente in pratica. Oddo ha dato dimostrazione di saper lavorare con i giovani, valorizzandone molti che in altre circostanze avrebbero avuto difficoltà a trovare spazio. Se c'è una caratteristica che non gli fa difetto, è proprio il coraggio. Cambiare adesso significherebbe ripartire nuovamente da zero, senza garanzie per il presente e senza poter seminare per il futuro. E voi da che parte siete? Commentate
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