IL “CREDENTE”
Rubrica ""Calciologicamente", realizzata per PS24 dal dott. Pietro Literio, Psicologo/Psicoterapeuta e Docente Universitario
Torna la rubrica "Calciologicamente", realizzata per PS24 dal dott. Pietro Literio, Psicologo/Psicoterapeuta e Docente Universitario a Contratto che analizza le vicende del Delfino da un punto di vista del tutto peculiare. BUONA LETTURA!
Credere può diventare una religione per molti, ma la religione, la fede, implicano necessariamente il credere in un qualcosa di superiore ed anche nei “miracoli” che possono stupirci nella vita.
E così a Pescara, dal “profeta” (Galeone) siamo arrivati al “beato” Baldini (che forse diventerà Santo), che ama la vita, le sfide e ricerca e crede ardentemente nei “miracoli”, nella rinascita, come quella già realizzata a Palermo. Quindi i miracoli esistono, anche nel calcio.
Credere sembra sia l’essenza della vita per Baldini, quella fiducia incondizionata nel bello, nel positivo che accadrà, da ricercare a tutti i costi e che porta a stupirci, a rinnovarci e sentirci vivi e vitali, arricchendo sé stessi e gli altri.
In altre parole, “credere” ardentemente aiuta a trovare nuova linfa vitale, nuove sicurezze, nuova consapevolezza e sorprendenti risorse in Sé e negli altri: ma partendo dall’incertezza, dall’ignoto, dal negativo, anzi accogliendoli tutti, nuotandoci dentro, ma con fede nel positivo e nel bello (dentro e fuori di noi), da ricercare soprattutto nei periodi di buio, di penombra, con salda fiducia.
Tale atteggiamento non è nuovo in psicologia (e in psicologia dello sport): corrisponde al concetto di “Antifragilità” (che supera quello di “resilienza”) sviluppato dallo psicologo dello sport, Giuseppe Vercelli, in contrapposizione alla stabilità rigida o alla “zona di comfort”: infatti, non è costruttivo e vincente “starsene sempre sul divano davanti alla Tv” senza mettersi in gioco, solo perché è conosciuto, comodo e per questo rassicurante (ma perdente), dal momento che non ci si mette in gioco e non si scoprono così le proprie risorse andando oltre i propri limiti.
Un esempio di tale concetto è quando da piccoli avventurosamente abbiamo imparato a camminare dal gattonare, alzandoci, rischiando gli imprevisti, anche cadendo più volte, ma imparando così una nuova e fondamentale abilità.
Antifragilità significa crescere, evolversi, cercare di superare i propri limiti, scoprire ulteriori risorse, accentando e riconoscendo allo stesso tempo le proprie attuali fragilità, navigando a vista nell’ignoto, nel nuovo, ma con un atteggiamento positivo e fiducioso (senza arroganza e presunzione), così da arrivare a nuove mete e ad una scoperta e crescita di Sé e degli altri.
E non è solo Baldini ad essere un “credente”, un sostenitore della “fede” che qualcosa sempre di bello e miracoloso possa accadere nella vita e anche nel Calcio. Il più noto Jurgen Klopp ne è un alto rappresentante: “il calcio è l'arte di trasformare l'impossibile in possibile. Bisogna smettere di dubitare e iniziare a credere”.
Ma ciò che sostengono tali allenatori non è MAGIA, non è religione, ma è più semplicemente SCIENZA (psicologica).
Prende il nome di effetto “Pigmalione” o effetto “Rosenthal” (dal nome dello psicologo sociale americano suo scopritore), ed è un fenomeno ben conosciuto e studiato in Psicologia.
Nel secolo scorso Roshental fece un esperimento sociale negli Usa in cui informò e fece credere a degli insegnanti che i propri alunni fossero speciali, con un quoziente intellettivo superiore alla norma, rispetto al gruppo di controllo in cui fu detto agli altri insegnanti che i loro alunni era di intelligenza normale.
In realtà gli alunni furono distribuiti casualmente nei due gruppi (in base al quoziente di intelligenza) e alla fine dell’anno scolastico il gruppo degli “speciali” (sperimentale) ottenne, tuttavia, un rendimento scolastico nettamente superiore all’altro gruppo.
Questo perché gli insegnanti a cui fu fatto credere nelle qualità o nel positivo dei propri alunni (aspettative) davamo loro per questo più feedback positivi, più attenzioni e maggiore disponibilità e fiducia credendoli “speciali”, pur non essendoli (e viceversa nell’altro gruppo di controllo).
Tale effetto “Pigmalione” funziona sia su sé stessi, come nel caso di Dojokovic (che continua a stupire a 37 anni vincendo le Olimpiadi, lavorando psicologicamente molto su di Sé, sulle proprie convinzioni e sul positivo) sia sugli altri.
Troviamo in questo secondo caso tanti esempi sportivi: primo fra tutti la storia dell’americana Wilma Rudolph, ma anche altri esempi proprio nel calcio come Garrincha.
Wilma Rudolph, velocista, ha vinto correndo tre medagli d’oro alle Olimpiadi di Roma nel 1960, quando da piccola affetta da polio, le fu detto dai medici che non avrebbe mai camminato. Solo la ferrea dedizione e convinzione (o fede) della madre, che lei sarebbe riuscita a camminare e a correre, ha prodotto nel tempo il miracolo.
Garrincha nel calcio, affetto da polio anche lui, secondo i medici era improbabile che potesse camminare e correre: invece è diventato, grazie alla sua tenacia, alla sua fede, la più grande ala destra del Brasile e campione del mondo (nonché capocannoniere) con il Brasile nel 1962.
E così anche il nostro “fedele” Baldini può realizzare con la sua fede incrollabile, come forma di amore (verso gli altri e la vita), un miracolo a Pescara questa volta ancora più grande, perché arriverebbe dopo il primo già realizzato a Palermo e puntando anche alla Serie A!
Prof. Pietro Literio
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