Si contano le ore per il debutto NBA del pescarese Simone Fontecchio
Buon preseason per lui, ora si fa sul serio
Simone Fontecchio corre veloce verso il debutto nella Lega dei Marziani. Il primo pescarese nella storia a giocare in NBA nella notte italiana tra il 19 e il 20 ottobre farà il suo esordio ufficiale con la maglia degli Utah Jazz in campionato contro i Denver Nuggets di Nikola Jokic, il gigante serbo che Simone ha affrontato e battuto poco più di un mese fa a Eurobasket con la maglia azzurra. I primi assaggi del basket a stelle e strisce, però, l'ala classe 1995 li ha già avuti in preseason. Nella prima gara con la maglia di Utah è entrato solo nel quarto periodo e sul -20 contro i Toronto Raptors ed ha totalizzato 5 punti in 8 minuti in campo con 1/3 dal campo e 3/4 ai liberi, 2 rimbalzi, 1 recupero e 1 palla persa; l'ultima gara è stata contro i San Antonio Spurs, franchigia storica del basket Usa, e in soli 12 minuti ha messo a referto 8 punti, con 2 triple e 1 schiacciata (3/7 dal campo, 2/5 da 3, 1 rimbalzo e un +13 di plus/minus). Procede dunque bene il suo adattamento ad un mondo del tutto nuovo, dove ha iniziato a misurarsi con i giocatori più forti del pianeta. "Simone deve vedersi come uno studente che deve imparare arrivando per primo agli allenamenti e andando via per ultimo”, gli ha consigliato il leggendario Dirk Nowitzki, ex campione Nba con i Dallas Mavericks e oggi ambasciatore Fiba, "e capire le differenze tra il gioco Fiba e quello americano, molto più fisico e atletico e con regole difensive diverse”. L'ex Baskonia lo sa e non ne ha fatto mistero nel mediaday dei Jazz. "So di avere molto da imparare, ma mi sento pronto e preparato", le sue parole, "firmare con i Jazz è stato un sogno che si è avverato. Sin da quando ero un bambino ho sempre sperato di poter giocare in NBA. È stato un viaggio molto lungo: ora ho quasi 27 anni e ci sono stati momenti in cui questo sogno sembrava difficile da realizzare, ma ora sono felicissimo di essere qui”. Le sue due prime tifose, la compagna Rosa e la figlia Bianca, sono con lui in questa avventura dall'altra parte dell'oceano, ma il campione non dimentica mai le origini. Prima di partire, infatti, è stato a casa del nonno Vittorio a Francavilla al Mare per giocare con Bianca nel campetto di basket dove è cresciuto. "Non importa quanto lontano si vada, l’importante è ricordarsi da dove si è partiti”, ha scritto poi Simone su Instagram. E in Abruzzo già si contano i giorni che separano Simone, premiato lunedì scorso con il Delfino d'oro insieme a papà Daniele e mamma Malì Pomilio dall'amministrazione comunale, dalla storica gara contro i Nuggets.
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