Editoriale

Una Maglia da Onorare

29.01.2013 08:29

ONORATELA


Mai più in quel modo. Non è minimamente accettabile una resa senza condizioni sin dal primo minuto di gioco. Senza orgoglio, senza dignità, senza una parvenza di impegno. Una barchetta in mezzo alla tempesta, senza alcuna velleità di domare le onde. La prestazione di Genova, del tutto imbarazzante, rappresenta un punto di non ritorno.

Dopo le deludentissime gare contro Inter e Torino, ci si attendeva una risposta sul piano del carattere prima ancora che su quello tecnico: la risposta è arrivata, ma era quella che nessuno avrebbe voluto. Lo abbiamo scritto più volte, adesso lo ribadiamo: le sconfitte fanno parte dello sport, perdere si può ma perdere in modo umiliante assolutamente no. Non lo merita la tifoseria e non lo merita la città. La storia del calcio, anche solo quella del microcosmo pescarese, è piena di esempi di squadre tecnicamente e tatticamente mediocri ma di rado si è visto uno spettacolo tanto indecoroso. La maglia va onorata sempre, ci vuole rispetto.

“Chi non se la sente di lottare fino alla fine dovrà dircelo, perché siamo pronti a lasciarlo andare altrove e a tornare sul mercato”, ha detto il presidente Sebastiani. Il mercato chiude il 31, il tempo è poco e serve fare chiarezza immediata. Chi non crede nel progetto, realizzato bene o male non è questo adesso il punto focale del discorso, alzi la mano assumendosi le proprie responsabilità e si faccia da parte (Terlizzi fuori rosa è il primo segnale). Il tempo nel quale verrà giudicato l’operato della società, non sull’onda emotiva dei risultati (tutte lodi sperticate nel dopo Catania e Fiorentina, solo critiche aspre adesso) ma su dati di fatto espressi dall’esito del campionato, non è ancora giunto. Errori ne sono stati fatti e sono stati evidenziati, anche se non da tutti.

La situazione non è ancora drammatica ma il cammino intrapreso lascia presagire una spirale nerissima che travolge tutti. L’avvento di Bergodi aveva portato benefici al gruppo che sembrava aver trovato nuova linfa sul piano caratteriale per lottare ai fini dell’obiettivo finale. Gli ultimi 180 minuti disputati, al di là delle 10 reti incassate, delle 0 realizzate e delle tre sconfitte rimediate, fanno pensare che fosse un fuoco di paglia il Pescara delle prime uscite post Stroppa. La Caporetto biancazzurra contro i blucerchiati impone di essere subito cancellata. Servono uomini prima ancora che calciatori. Ora è tempo di lavorare e concentrarsi nel ritiro di Colli del Tronto: il tempo dei processi, per tutti, arriverà. 

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