Mister Alberto Colombo, ovvero "The Normal One" che in realtà è "The Special One"
Semplicità, concretezza e serietà i suoi punti di forza
La mano di mister Alberto Colombo si vede nitidamente nel Pescara che con il quinto clean sheet stagionale e la seconda vittoria di fila all'Adriatico in 8 giorni continua a portare sempre più tifosi allo stadio (col Cerignola 4597 spettatori totali, compresi i 212 pugliesi).
Se Josè Mourinho è da tutti ritenuto “The Special One”, mister Alberto Colombo è il “The Normal One” che proprio per la sua semplicità, concretezza e serietà diventa a sua volta “The Special One”, specie in una città ed in una piazza che ha amato personaggi istrionici (Galeone), fortemente comunicativi (Oddo) o vere icone del pallone, anche coi suoi silenzi eloquenti (Zeman). “Umiltà, serietà e sacrificio. Pescara è sempre stata una piazza senza mezze misure nel giudicare gli allenatori. Rapporto di odio o amore, forse su qualcuno è rimasta indifferente, ma, sostanzialmente, la divisione è stata abbastanza netta. Ora, certi indizi suggeriscono che Alberto Colombo potrebbe entrare nell’Olimpo. In poco tempo il 48enne brianzolo è riuscito a plasmare il gruppo a sua immagine e somiglianza, e a riportare entusiasmo tra i tifosi. Ma chi è Alberto Colombo? Un ritratto del tecnico aiuta a capire la ricetta (vincente) che ha restituito fascino al club e riportato gli appassionati allo stadio”, ha scritto opportunamente nei giorni scorsi Il centro in un pezzo che ora vi riproponiamo nei suoi tratti salienti. Buona lettura!.
"The normal one. La famosa frase è di Jurgen Klopp, ma Colombo l’ha fatta sua. «Sono un allenatore normale», ripete spesso. Il tecnico è un leader silenzioso, lo era anche quando giocava e indossava spesso la fascia di capitano. Duro quando serve e pronto al dialogo, soprattutto con chi ha meno spazio e necessita di rassicurazioni. Per Colombo l’aspetto psicologico è predominante: si sente un padre di famiglia, la correttezza è alla base del suo modo di vivere e lavorare, si diventa credibili solo con serietà e coerenza. Ha rubato segreti da tanti colleghi e suoi ex maestri, in primis da Adriano Cadregari, un maestro della fase offensiva, e anche da Roberto De Zerbi, con cui ha frequentato il corso per allenatori. Pillole di tattica rivisitate e riadattate secondo il suo credo e il materiale a disposizione. Un esempio? L’anno scorso difesa ferrea e ripartenze a Monopoli, oggi pressione alta e aggressività. Per Colombo bisogna adeguarsi alle caratteristiche dei calciatori e trovare la chiave giusta. La sua sfida è il cambiamento, inteso come risorsa e opportunità di migliorarsi, le strategie contano di più dei moduli. Così ha valorizzato la rosa del Pescara. Il calcio lo assorbe a 360°, a volte si rilassa con lunghe passeggiate, corso Umberto e il lungomare i posti preferiti. Ha creato un bel clima intorno alla squadra e ora sente che la miccia potrebbe esplodere definitivamente. Tuttavia, da buon saggio, sa che non bisogna esaltarsi.
Le origini. Nella sua scala di valori al primo posto c’è la famiglia. Soffre un po’ la distanza, la moglie e figli vivono a Cesana Brianza (Lecco). Nella vita, però, per affermarsi serve sacrificio. Glielo ha insegnato il signor Mario, suo padre. Alberto nasce il 24 febbraio del 1974 a Bosisio Parini, il paese di mamma Maria, e cresce a Cesana. Il papà, tifoso del Milan, decide di chiamarlo Alberto in omaggio a Bigon, centrocampista rossonero dal 1971 al 1980. Il calcio è nel Dna della famiglia, il piccolo Alberto cresce all’oratorio misurandosi spesso con bambini più grandi. Per questo motivo in paese lo chiamano ancora “Albertino”, nonostante la sua corporatura non sia affatto minuta. All’età di dieci anni partecipa con la sua squadra a un torneo a Como, dove un osservatore lo nota e decide di ingaggiarlo. Il professionista in questione è il compianto Mino Favini, che a quei tempi lavora nel Como e in seguito passa all’Atalanta rendendo il vivaio nerazzurro uno dei più floridi d’Europa. Inizia così l’avventura di Colombo nel mondo del calcio. La madre lo accompagna all’allenamento e papà Mario, autotrasportatore, organizza il giro della giornata lavorativa per poterlo riprendere. Il piccolo Alberto, dopo gli esercizi sul campo, sale sul camion del padre e torna a casa per i compiti.
L’amore sui banchi di scuola. Passano gli anni, Colombo cresce, gioca a calcio e non trascura gli studi. Dopo le medie si iscrive a ragioneria e conosce Arianna. È amore a prima vista. Dal legame, che dura da 30 anni (7 di fidanzamento e 23 di matrimonio), nascono Giorgia, ora 19enne, e Gioele, 16 anni. Il calcio interessa anche Federica, sorella minore dell’allenatore, sposata con Massimo Turati, cugino di Marco Turati, ex difensore del Chieti, ora nello staff del tecnico della Fiorentina Vincenzo Italiano. Buona carriera da centrocampista, Colombo vince tre campionati (uno di C2 e due di C1) a Como, Lecco e Albinoleffe. A 34 anni inizia ad allenare nelle giovanili del Monza, poi varie esperienze in C, tra cui Reggiana, dove conquista la semifinale play off, e, l’anno scorso, l’ottimo lavoro a Monopoli. Ora la nuova sfida e il sogno di vincere a Pescara".
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