Il cambio di marcia del Pescara
Con il modulo ad Albero di Natale 9 punti su 12
Fu vera gloria? Ai posteri l'ardua sentenza. Di certo non c'è bisogno di scomodare Alessandro Manzoni per sapere che Il Pescara ha bisogno di nuove ed importanti risposte per capire se il blitz di Empoli è stata una vera svolta oppure un ennesimo fuoco di paglia. Ma mai come questa volta la sosta non servirà per riflettere e correggere gli errori: il Delfino, infatti, arriva al break del campionato per gli impegni delle Nazionali con il vento in poppa e la pausa paradossalmente non è un bene. Quarto posto in campionato, miglior attacco della B e una quadratura del cerchio che ormai sembra essere davvero prossima, grazie ai 9 punti conquistati nelle ultime 4 partite, con 10 gol fatti ed appena 3 subiti. L'ultimo acuto, ad Empoli, e contro una delle corazzate annunciate del torneo è stato netto, chiaro ed inequivocabile al di là del risultato di 2-1, figlio di un primo tempo quasi perfetto dopo le reti di Bettella e Galano ( il vero trascinatore della truppa, con 7 gol in 12 partite e tre reti consecutive negli ultimi tre appuntamenti).
Il Pescara al Castellani ha subito il minimo sindacale, compreso un gol in chiaro fuorigioco, e gestito la gara con grande personalità e maturità, nonostante due assenze di spessore (Fiorillo e Busellato) e qualche uomo non al meglio (Palmiero). Se doveva essere un test di maturità per la truppa, la prova è stata superata a pieni voti. Ed il merito è essenzialmente di Luciano Zauri, bravo a rimanere lucido nel momento di difficoltà della squadra e a modificare l'assetto tattico per ottimizzare le risorse a sua disposizione ed il talento dei suoi uomini migliori. Magari anche andando allo scontro con qualche senatore (le non convocazioni di Del Grosso e Bruno non hanno fatto troppo rumore, ma sono il segnale che l'allenatore ha in mano lo spogliatoio) ma probabilmente in modo costruttivo per il bene del gruppo (ed i due giocatori, che hanno a cuore le sorti della squadra biancazzurra, torneranno di certo utili nello spogliatoio, come guida dei pi giovani, e in campo, quando verranno chiamati in causa).
Zauri era partito in campionato con il 4-3-3, ha derogato presto al 3-5-2 per poi modellare il suo Delfino su un 4-3-2-1 che esalta Galano, Machin e Memushaj, le punte di diamante di un gruppo che sembra finalmente aver trovato una precisa identità e quella continuità di rendimento che può portare lontano. E sono proprio loro tre - Memus, Machin e Galano - i top player di una squadra che con qualche correttivo opportuno a gennaio potrebbe spiccare il volo, per davvero, a patto che continui ad avere rendimento costante e positivo.
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