L'ex "Zona Cesarini", ora Zona Pescara, e la cooperativa del gol
Il Delfino è ancora un cantiere aperto
La Zona Cesarini può andare in soffitta, iniziamo a chiamare gli ultimissimi scampoli di partita “Zona Pescara”. E' ancora una volta sui titoli di coda del match che i biancazzurri di mister Gaetano Auteri riescono a bucare la rete avversaria e a portare a casa punti. Se nelle precedenti circostanze le reti al fotofinish, o quasi, avevano portato in dote una vittoria, contro una Viterbese coriacea e ben messa in campo, l'acuto di Franco Ferrari al 93' ha evitato la prima sconfitta stagionale e permesso dunque di allungare la striscia positiva.
La partita, che segna il secondo pari interno consecutivo del Pescara dopo quello contro la Vis Pesaro, si era messa subito male. Approccio da brividi, tenuta difensiva che traballa e pronti via i laziali di Dal Canto, che in riva all'Adriatico si giocava la panchina (in caso di quarta sconfitta in cinque gare, infatti, la dirigenza della Viterbese avrebbe optato per il ribaltone), si sono ritrovati in vantaggio. Un fallo di Drudi su Martinelli nel cuore dell'area di rigore, contestato da mister Auteri nel post partita, ha infatti determinato al 3' un calcio di rigore che Volpicelli, freddissimo dal dischetto, non ha fallito per il vantaggio ospite. Ci si aspettava l'immediata reazione dei padroni di casa e invece sono stati gli ospiti a legittimare il vantaggio con una doppia chance al 10', ma Murilo prima si è fatto ipnotizzare da Di Gennaro e poi sulla ribattuta ha centrato il palo alla sinistra dell'estremo di casa, con la palla che ha danzato beffarda sulla linea prima di infrangersi sull'altro montante ed essere definitivamente respinta. L'inerzia della gara si è spostata così in favore degli ospiti, bravi a non scoprirsi troppo: la truppa di Dal Canto è riuscita a produrre molta densità in mezzo al campo, schierandosi in fase di non possesso con un blindato 5-4-1, con il risultato di riuscire a bloccare le corsie esterne pescaresi e di imbrigliare le fonti del gioco biancazzurro. Alla vigilia Auteri aveva chiesto ai suoi alta intensità, velocità e aggressione, a mettere in campo queste prerogative è stata in prevalenza la Viterbese, che nel primo tempo ha patito il minimo sindacale ed ha cercato di rendersi pericolosa in contropiede. Le scelte iniziali di Auteri, che rispetto alla precedente gara cambia solo Zappella per Cancellotti e si ritrova senza le geometrie ed il piede educato di Pompetti (a proposito: nella maxi rosa biancazzurra è il reparto mediano quello che offre minori alternative, dato che Valdifiori non è praticamente preso in considerazione e Diambo e Sanogo probabilmente sono ritenuti acerbi) non hanno affatto convinto, specie in avanti dove D'Ursi, Galano e Rauti sono stati praticamente cancellati dai centrali laziali.
Nella ripresa, dopo un ottimo intervento di Di Gennaro a salvare la sua porta su un sinistro insidiosissimo di Volpicelli, autentica spina nel fianco della retroguardia pescarese, Auteri decide di cambiare. E ancora una volta le sostituzioni e la possibilità di avere una panchina lunga e di spessore hanno fatto la differenza. Insieme ad altri due aspetti che si erano già visti e che si sono confermati anche ieri: una buonissima condizione fisica e lo spirito di non mollare mai. La condizione atletica in particolare è un aspetto non secondario: quando alla Viterbese, votata a una gara di contenimento e ripartenze, è finita la benzina, è mancata la lucidità di difendersi con ordine, proteggendosi senza affanni. Il Pescara invece, anche se forse più con la forza dei nervi che su un calcio ragionato e dotato di raziocinio nel suo sviluppo, nella parte finale è riuscita a prendere il sopravvento. Merito del carattere della squadra ma anche delle sostituzioni. Con l'ingresso di due attaccanti di peso, De Marchi (al momento forse il vero imprescindibile dell'attacco: fa movimento, lotta, difende, fa giocare bene i compagni) e Ferrari, in luogo degli evanescenti D'Ursi e Rauti, e poi di Clemenza per Nzita, la pericolosità pescarese è aumentata subito. Auteri ha modellato prima il suo Delfino sul 4-2-3-1, poi con l'ingresso anche di Marilungo per Galano ha accentrato i due corazzieri a disposizione per tenere impegnati i centrali laziali. La mossa si è rivelata vincente, come testimoniano i legni centrati proprio da Clemenza (34') e De Marchi (40'). All'ultimo respiro, in pieno recupero, Ferrari ha portato a 10 il numero dei componenti della cooperativa del gol pescarese tra campionato e Coppa Italia. Il Pescara di Auteri, infatti, nelle prime 7 partite ufficiali della stagione ha portato già dieci giocatori a segno. Due gol per Memushaj e per gli esterni Cancellotti e Zappella, uno a testa per De Marchi, Ferrari, Galano, D'Ursi, Clemenza, Frascatore e Nzita. Tra campionato e Coppa Italia, la squadra biancazzurra ha messo in mostra già tanto del suo potenziale offensivo, figlio del prolungato possesso palla e della vocazione al gioco propositivo, ma paradossalmente la banda Auterinon ha ancora trovato un trascinatore in attacco. La propensione a comndare il gioco e le operazioni in campo, unite alla condizione atletica e alla possibilità di fare 5 sostituzioni di grande livello per la categoria, consente di poter contare su innumerevoli risorse da sfruttare nelle varie situazioni che si creano in partita e nei momenti più delicati, come i classici dieci minuti finali in cui i ragazzi di Auteri hanno costruito fin qui le loro fortune. LA cosiddetta ormai "Zona Pescara, ex Zona Cesarini…
Dopo un mese da inizio torneo il Pescara è ancora un cantiere aperto, ma i margini di miglioramento restano tanti e importanti. Quali? La tenuta difensiva, .l'amalgama complessiva di un gruppo comunque completamente nuovo, o quasi, e lo stato di forma dei suoi uomini d'attacco principali (Galano e D'Ursi in particolare). Essere primi, anche se non più soli ma a braccetto con Cesena e Reggiana (prossimo avversario in casa), comunque resta un bel vedere….
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