Pianeta giovani: parla Felice Mancini
Con un discreto avvio di campionato, i Giovanissimi Nazionali di Mister Felice Mancini, confermato anche quest'anno sulla panchina dei piccoli biancazzurri, occupano una posizione intermedia del girone F. Un risultato forse inferiore rispetto allo scorso campionato (in cui i dannunziani sfiorarono soltanto la qualificazione ai play-off) ma l'allenatore sa dove e come poter migliorare: “C’è sempre da metterci l’entusiasmo nel lavorare con i giovani, non pensare al risultato. Le annate sono differenti, è importante che questi ragazzi sin dal primo anno cerchino di imparare i segreti e diventare uomini per poter poi migliorare nelle annate successive. Per ora siamo a ridosso delle prime, stiamo aspettando che la rosa sia al completo per via delle deroghe dei ragazzi tesserati in ritardo. Sono soddisfatto, questo campionato è una preparazione per gli altri. L’obiettivo deve essere sempre quello di inculcare la vittoria nel rispetto delle regole perché sono dell’idea che una squadra per essere vincente deve avere questa mentalità sin dai giovanissimi.”, dichiara al sito ufficiale del suo club Soffermandosi sul ruolo delicato della categoria dei Giovanissimi, l'allenatore adriatico fa luce sulle difficoltà che i ragazzi devono riuscire a superare e sugli obiettivi a lungo termine: “A 14 anni si affacciano per la prima volta in un ambiente nuovo; inoltre bisogna amalgamare il gruppo già presente con i nuovi arrivati. Questo è l’anno zero, il più difficile, durante il quale devi creare l’ossatura di un gruppo che verrà poi perfezionata negli anni a venire dai nostri responsabili fino ad arrivare alla Primavera. E’ un orgoglio farne arrivare in Primavera il più possibile.” Alla ricorrente domanda su cosa sia più importante fra la crescita professionale e la fame di risultati, mister Mancini risponde che il settore giovanile deve per prima cosa avere l'obiettivo di formare professionalmente i ragazzi e per perseguire questo fine c'è un costante contatto con gli allenatori delle altre categorie giovanili: “Dopo 10 anni che alleno i giovani resto dell’idea che l’importante sia la crescita. La mentalità deve essere vincente ma se non creiamo le basi di una buona tecnica, di una buona coordinazione, della voglia di lottare e di fare sacrifici, questi ragazzi faranno poca strada. Allenare i giovani vuol dire prepararli caratterialmente e tecnicamente per la prima squadra, poi per correre ci sarà tempo. Inoltre, c'è un confronto con gli altri allenatori circa ogni 15 giorni-un mese. Inoltre Di Battista e Ruffini sono sempre sui campi e loro ci sono sempre per qualunque cosa abbiamo bisogno. Lavoro in sinergia con Lambertini (allenatore dei Giovanissimi Regionali) avendo ragazzi di età ravvicinata, li avviamo per poi fare il passaggio alle squadre successive. Con il mio staff andiamo di comune accordo, ci dividiamo i compiti e lavoriamo anche individualmente.” Guardando infine al futuro, l'ex centrocampista romano non ha dubbi e si vede ancora saldamente legato ai colori biancazzurri: ”Ho fatto una scelta, che è quella di allenare i giovani, devo ringraziare sempre la società, in primis il presidente che mi ha dato questa opportunità, sono a disposizione finché le nostre strade saranno unite; lavoro con entusiasmo e passione indipendentemente dalla categoria.”
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