TUTTI DIETRO LA LAVAGNA
Steccato lo scontro diretto nel modo peggiore. Uno 0-4 che fa male, al netto di episodi sfortunati che pure hanno inciso sull'andamento della gara. Ma quando si esce dal campo, in una gara importantissima tra le mure amiche con un passivo così pesante, non può tutto ridursi al nesso di casualità e non di causalità. Tutti dietro la lavagna, avrebbe poco senso analizzare voto per voto la prestazione dei biancazzurri. Lo 0,5 in più o in meno in pagella nulla descriverebbe al netto delle gravi insufficienze complessive. Dietro la lavagna la squadra, che pure ci ha provato. Ma è l'atteggiamento ad essere sbagliato, la poca determinazione e la scarsa tensione/attenzione complessiva. In uno scontro diretto la prima prerogativa del gruppo deve essere la vis pugnandi, quel che manca in realtà ad una squadra che - al netto della difesa di parte - non è ancora matura. E che manca di personalità: lo si è visto nelle gare sulla carta abbordabili, quando la pressione di dover fare risultato è stata l'avversario primario. Più semplice giocare contro le big quando non si ha nulla da perdere. E le prestazioni offerte con Napoli, Inter e Milan ne sono la riprova. Dietro la lavagna il tecnico, che - come sostiene lui stesso - è il riferimento della squadra. La sua guida. Ha avallato le scelte di mercato, anche se certamente in modo meno convinto di quanto abbia fatto vedere pubblicamente. Da aziendalista non poteva fare altrimenti, ma se avesse dosato meglio le parole oggi riceverebbe meno critiche. Il parafulmine è lui, che pure non ha convinto per scelte iniziali e a gara in corsa in più di una circostanza, ma è anche vero che si è ritrovato a fare le nozze con i fichi secchi con pochissima possibilità di scelta. Giusta la decisione di andare avanti con lui, però: sembra l'unico in grado di poter realmente prendere per mano la squadra, che va rinforzata assolutamente, e trascinarla fuori dal guado. Dietro la lavagna la società, che deve farsi sentire. Un ritiro per compattare il gruppo e isolarlo dalle critiche sarebbe opportuno per sfruttare al meglio la sosta. Senza dimenticare che molti dei problemi attuali (la mancanza di una punta, le poche scelte per l'allenatore al netto degli infortuni) discendono dall'allestimento della rosa. D'accordo che un club come il Pescara deve fare di necessità virtù o, per usare un'espressione cara al presidente, deve "fare la guerra con la fionda", ma qualcosa di più e di meglio andava fatto sul mercato. Adesso c'è gennaio per rimediare e quello diventa l'appuntamento da non fallire. Nessun dramma però, tutto è ancora in gioco nel mini torneo a 4 squadre che vale la salvezza. Ma bisogna necessariamente invertire la tendenza sin da subito, anche se i prossimi due appuntamenti in programma si chiamano Juve e Roma....
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