Prima squadra

Leo Junior: "Vi racconto i miei anni felici a Pescara"

Il mitico Leo si è raccontato a Il Centro

13.08.2017 01:00

Un rapporto destinato a restare nel tempo. Forte come solo l'amore può essere. Leo Junior e il Pescara, la storia non si è interrotta da quello struggente addio di oltre due decenni fa. Quando può, infatti, Junior torna a Pescara, nella "sua" città adottiva. Per salutare gli amici, per mangiare del buon pesce dell'Adriatico e per inebriarsi di "pescaresità". Ed ogni volta che torna è una grande festa, per tutti.

Leo Junior si è raccontato a Il centro e noi vi riproponiamo gli stralci più interessanti dell'intervista realizzata da Giovanni Tontodonati

L'ARRIVO A PESCARA - "Tutto merito di Vincenzo Marinelli che parlò con Luciano Nizzola, ex ad del Torino, chiedendo la mia disponibilità. Avevo qualche problema con Gigi Radice e nell'estate del 1987 arrivò la proposta del Pescara. Mi informai e tutti parlarono bene della città e dell'ambiente. Così, dopo 3 anni a Torino, decisi di spostarmi. Ebbi il desiderio di rimettermi in gioco con una nuova sfida, mi sono mosso sempre così nella vita. E, dopo il clima freddo di Torino, mi spostai in un posto splendido con temperature più miti"

LA "SUA" PESCARA - "Amo questa città, la gente, la cucina abruzzese e l'aria del mare che ha sempre accompagnato la mia vita. Torno spesso e poi qui c'è il mio amico fraterno Peppino Baldacci che ha battezzato mia figlia. Se torno l'anno prossimo? Sarà un piacere. Se Dio vuole sarò di nuovo qui, a Pescara, la mia seconda città. La città è cambiata, ma la trovo sempre bella".

I RICORDI PIU' BELLI IN BIANCAZZURRO - "La salvezza in A con il Pescara, l'affetto ricevuto e la mia gara d'addio al calcio che organizzai all'Adriatico portando tanti giocatori delle Nazionali brasiliana e italiana. L'amore della gente è qualcosa che porterò sempre nel cuore".

GALEONE - "E' stato un grandissimo tecnico. Ci siamo divertiti, abbiamo regalato gioie agli sportivi pescaresi e ottenuto risultati importanti. Non dimenticherò mai le vittorie a Milano contro l'Inter e all'Adriatico con la Juve. Abbiamo sempre giocato per vincere. A San Siro col Milan perdemmo, ma Berlusconi a fine partita venne negli spogliatoi a farci i complimenti. Addirittura mi regalò un orologio. Il Napoli di Maradona ci fece 8 gol, ma nel primo tempo gli applausi del San Paolo furono tutti per noi".

IL PESCARA DI ZEMAN - "Ho seguito il primo tempo con la Triestina e mi è piaciuta la fase offensiva, però bisogna registrare la difesa. Il migliore? Brugman. Ha tanta qualità"

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