Zeman o Marino, chi gode?

Finalmente si può archiviare il caso Pigliacelli (all'orizzonte, comunque, sembra poterci essere una schiarita), e tornare a parlare di calcio. Si chiude oggi un ciclo di 3 partite in 8 giorni in Serie B ed in casa Pescara si cercano risposte. Il Pescara 2017-18 è ancora una sqadra alla ricerca di se stessa, della sua fisionomia e della sua identità. Probabilmente non sarà mai zemaniana al 100%, causa errori strutturali in fase di allestimento, ma può fare bene in un campionato livellato come questo. A patto, però, di limare quegli errori che ne hanno compromesso finora il cammino. Ad esempio l'approccio troppo soft alle gare e le amnesie difensive (specialmente, ma non solo, sulle palle inattive).

La partita con il rinnovato Brescia targato Pasquale Marino può essere un banco attendibile di prova. L'ex tecnico pescarese sembra aver dato la scossa giusta alle Rondinelle, che con la precedente guida tecnica (Boscaglia) non si erano espresse al meglio. L'allenatore di Marsala sembra aver apportato in breve tempo quei correttivi necessari a far quadrare le cose in una squadra che ha un buon potenziale e che per caratteristiche sembra un cliente scomodissimo per le squadre di Zeman. Sbancare Pescara, per lui e per la sua squadra, significherebbe certificare che il "percorso di rinascita" è quello giusto (e per Marisno stesso sarebbe una piccola rivincita dopo il traumatico esonero di 4 anni fa). 

Rispetto all'undici di Empoli, Zeman proporrà alcune variazioni. Importanti. Bovo, Zampano e Capone dovrebbero tornare titolari, mentre in 4 si giocano 2 delle casacche disponibili in mediana (Palazzi, Caoulibaly, Valzania e Kanoutè). L'unico punto fermo sembra essere Brugman, la cui collocazione definitiva non è anocra chiara: play o mezz'ala? Zeman e Brugman come la tela di Penelope: il tecnico lo sta alternando tanto, probabilmente troppo, con il solo risultato di ripcominciare sempre dal punto di partenza. Ma per volare, il Delfino ha bisogno di...Gas. Quale Gas? Brugman, of course...