L'ultimo saluto a Fabio Taborre
Oggi i funerali dell'ex ciclista professionista pescarese
Oggi è il giorno dell'ultimo saluto a Fabio Taborre. Le esequie funebri dell'ex ciclista professionista di Pescara si terranno infatti alle 15.30 nella basilica della Madonna dei Sette Dolori, ai colli, ma già ieri amici e parenti hanno avuto modo di omaggiare il 36enne nella camera ardente allestita nella Casa Funeraria Mambella a Montesilvano. Fabio, stroncato da una malattia incurabile, viveva a Cappelle sul Tavo da qualche anno, ma per anni aveva vissuto a Pescara Colli dove era cresciuto e dove aveva iniziato ad andare in bicicletta. E il mondo del ciclismo, che tanto gli aveva dato ed ancor di più gli aveva tolto, appena è stata divulgata la notizia della sua prematura morte ha voluto omaggiare lo sfortunato corridore, che ad inizio carriera sembrava destinato a grandi traguardi ma che è rimasto travolto da tante tristi vicissitudini, sportive e non. La notizia è rimbalzata in tutto il mondo, trovando eco anche nei più prestigiosi giornali internazionali come il francese L'Equipe.
Sui social sono stati tanti, tantissimi i messaggi di cordoglio espressi da esponenti di quel mondo che Fabio ha comunque tanto amato. Umberto Di Giuseppe, icona del ciclismo abruzzese, è stato tra i primi a scrivere. “ Riposa in pace Grande Campione. Sarai sempre nei nostri cuori condoglianze alla famiglia da tutta la squadra ciclistica Aran Cucine Vejus”, il semplice ma sentito messaggio. Tra i primi post anche quello della Fondazione Michele Scarponi Onlus, nata dopo la prematura morte del campione marchigiano. Il comitato organizzatore del Trofeo Matteotti, l'UC Fernando Perna, ha già detto che nella corsa di domenica ricorderà Fabio, ultimo abruzzese sul podio della classicissima pescarese.
Professionista per 7 anni con tre vittorie di prestigio, Fabio Taborre chiuse bruscamente l’attività nel 2015, squalificato inseguito alla positività a un farmaco pericoloso che ha determinato un controverso caso di doping che lui stesso aveva definito “sabotaggio”. Sin dai primi momenti dopo l'ufficializzazione della squalifica per 4 anni comminata dall'Uci, Fabio ha sempre ripetuto: “Nulla di ciò che mi è accaduto ha una logica”. Due anni dopo i guai con la giustizia, che lo avevano profondamente segnato. Taborre, professionista dal 2008 al 2015 con le maglie del gruppo Androni di Gianni Savio (fino al 2010), poi dell’Acqua&Sapone e della Vini Fantini prima di tornare all’Androni, aveva trionfato al Memorial Pantani, al Gp Camaiore nel 2011 e in una tappa del Giro d’Austria nel 2012. A Camaiore Fabio dedicò la vittoria alla sorella Chiara, scomparsa due anni prima in un incidente stradale, altro momento durissimo della sua breve ma intensa esistenza. Aveva preso parte 2 volte al Giro d’Italia e a 10 classiche monumento (4 Sanremo, 4 Lombardia, 1 Fiandre e 1 Roubaix) e sembrava destinato a lasciare il segno. Non è andata così.
Alessandro Spezialetti e Stefano Giuliani ieri lo hanno ricordato come un ragazzo tranquillo e rispettoso, appassionato e molto sensibile. E come un buonissimo corridore. Il messaggio più struggente, però, è stato quello dell'ortonese Sante Di Nizio, che con Taborre aveva condiviso tanti anni in sella a una bici. “Che tristezza! Ciao Fabio, amico e compagno di squadra, di incavolature, di gioie e dolori, di mille avventure, di quando a fine stagione ci rompevamo i cog... delle gare e scappavano dagli hotel mentre Umberto dormiva per andare alle feste di paese in giro per l' Italia, di quando bisticciavamo per chi doveva vincere”, il suo inteso post su Facebook. “Avventure che porto dalla A alla Z con un grande sorriso! Mi hai battuto in volata oggi! Ma appena ti ribecco.... Ti giuro ti stacco in salita! A presto compagno di mille guerre!!!!!”.
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