Work in progress in casa Pescara: il punto
La gara contro la Triestina ha evidenziato molte cose, alcune positive ed altre negative
In casa Pescara è affisso un cartello: "Lavori in corso". La gara contro la Triestina ha evidenziato molte cose, alcune positive ed altre negative. Il nuovo Pescara, insomma, è ancora un cantiere aperto ed il primo impegno ufficiale in stagione, la gara di Coppa Italia, ha confermato che c’è ancora tanto lavoro da fare. Al netto delle assenze, delle gambe pesanti (causa lavoro atletico durissimo svolto nei precedenti giorni) e del gran caldo, la gara di domenica sera ha detto che la banda di Zeman ha ancora molta strada davanti per presentarsi al top al debutto in campionato.
Contro la squadra alabardata (appena ripescata in serie C e presentatasi con pochi uomini e tanti giovani all'Adriatico) si è avuto un piccolo sunto dei pregi e dei difetti di Zemanlandia. Quali? Quelli arcinoti: una difesa ballerina e perforabilissima (4 reti subite, una delle quali annullata) ed una fase offensiva spumeggiante e pirotecnica, come testimoniano i 5 gol “buoni” iscritti al tabellino ed i 6 annullati. In effetti, in fase d’attacco è già percepibile la mano zemaniana: tagli, sovrapposizioni ed una facilità estrema nel creare potenziali azioni da rete. I meccanismi sono già oliati, ma ciò che conforta è l’ampio margine di crescita della truppa anche sotto questo punto di vista. L’inedito centrocampo schierato, fatto da tre costruttori di gioco, ha dato una mano al tridente offensivo che, pur cambiando interpreti in corso d’opera, non ha mutato la propria pericolosità. Sono mancati gli inserimenti senza palla a turno dei due interni, ma date le caratteristiche dei giocatori prescelti (Carraro e Brugman, con Proietti centrale più dedito alla fase di distruzione lasciando prevalentemente la cabina di regia al sudamericano) non poteva essere altrimenti. «Con Coulibaly le cose sono andate meglio, è normale, ma a me sta bene si incominci a costruire gioco. Le qualità ci sono, bisogna metterle a disposizione della squadra», è il pensiero di Zeman. Il senegalese, molto pimpante, ha dato quella fisicità e quella verve che erano mancate prima del suo ingresso. Ecco perché sul mercato serve innestare un’altra mezz’ala di corsa, atletismo e qualità (Pessina) e servirà trovare spazio ad un uomo come Palazzi, givane ma già esperto e con le caratteristiche che sembrano ad hoc per il 4-3-3 zemaniano.
Dalla cintola in giù le note dolenti. A partire dalle palle inattive, atavico tallone d'Achille in casa Pescara a prescindere dalle varie guide tecniche che si sono alternate negli ultimi anni. La coppia centrale prescelta (Coda – Delli Carri) non ha dato risposte positive, i terzini si sono ottimamente disimpegnati in fase di spinta ma non hanno fornito la copertura necessaria. Con Bovo e Fornasier in bilico e con Campagnaro che non può dare garanzie eccezionali di tenuta fisica, appare necessario un nuovo innesto (ma la Ternana ha blindato il preferito, Meccariello, e per l’atalantino Bastoni, ritenuto utilissimo alla causa biancazzurra nonostante la giovanissima età, bisognerà attendere le decisioni del club nerazzurro). «Le mie richieste le ho fatte a maggio, ma non sono io che faccio il mercato. Siamo ancora tanti, è difficile mettere dentro qualcuno perché lavorare con tanti elementi non è facile. Abbiamo iniziato con 39 calciatori, ora siamo in 30». Lavori in corso in casa Pescara anche sul mercato, dunque. Priorità alle dismissioni. E torniamo all'iniziio: "Work in progress" in casa Pescara. Sul campo e sul mercato.
FOTO: NANDO NAPOLEONE
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