Verso un ribaltamento di gerarchie. E se si cambiasse modulo?
La fase sperimentale sta per finire, con buoni frutti: e ora?
Dell'ottimo avvio di campionato restano 5 punti, la conferma di molti pregi e di taluni difetti e la sensazione che questo Pescara, continuando a lavorare ed avendo una spinta benevola da parte della Dea Bendata, possa fare bene. Fino a quale punto lo dirà solo il campo, ma le prossime due partite costituiranno un banco di prova attendibile per saggiare la reale forza e la vera consistenza di una squadra che già piace.
L'ultima partita potrebbe aver definitivamente mutato alcune gerarchie. In ogni reparto. In difesa, con Campagnaro alle prese con le solite noie fisiche, si è avuta la conferma che la prima alternativa è Perrotta e non scognamiglio, con l'ex Cesena che tornerà di certo utile ma che sta vivendo un avvio di torneo in naftalina, con zero minuti giocati. Ed è una sorpresa, essendo un uomo di esperienza che Pillon stima ed apprezza ed elemento molto bravo sulle palle inattive. In mediana tutti si attendevano il rilancio di Machin dopo lo stop forzato con il Livorno ed invece è stato riproposto Melegoni, che ha alternato cose buone ad altre non positive ma fatto capire che è elemento sul quale poter puntare ad occhi chiusi. In avanti, poi, le indicazioni fornite sono state molteplici: da Mancuso, che come sottolineato settimene fa rende di più da seconda punta o comunque in zona centrale anche se da esterno fornisce un ottimo contributo (soprattutto in fase di non possesso), ad Antonucci, che sta pagando il fisiologico scotto del salto dalla Primavera ad una prima prima squadra, passando per il dualismo tra Cocco e Monachello. Ed è forse questo il probabile cambio di gerarchie interne più importante da sottolineare.
Intendiamoci: difficilmente pensiamo che Pillon possa avvicendare subito i due dal 1'. Ci sono 2 gare in tre giorni, è vero, dunque un turnover ci sarà, ma pensiamo che per preservare alcuni equilibri e per non rischiare di "bruciare" Cocco (comunque elemento esperto che conosce talune dinamiche) il lancio definitivo di Monachello possa esserci dalla sfida al Crotone in poi. Al di là del rigore fallito (in modo pesismo), Cocco ha avuto pochi palloni giocabili ma si è visto poco. Ha fatto meglio Monachello, rete a parte, in termini di intensità e presenza. D'altro canto è arivato per fare la punta titolare, ha stentato a carburare ma può solo crescere.
E sul piano tattico? Il 4-3-3 di Pillon sta rendendo, ma non è da escludere di qui a breve un cambio di modulo - non solo da attuarsi a gare in corsa - per poter sfruttare al meglio il potenziale e le caratteristiche degli uomini a disposizione. Analizzando il materiale tecnico a disposizone e il rendimento offerto tra Coppa Italia e campionato, non appare peregrina l'ipotesi che prima o poi Pillon possa virare su un 4-3-1-2. Perchè? Per poter sfruttare al meglio Mancuso, ovvero da seconda punta (ha fisico, fiuto del gol, capacità di affiancarsi al centravanti per sfrittarne il lavoro o agevolarne la battuta a rete) e poter schierare un centrocampo più folto e con tanta qualità senza dover rinunciare alternativamente a MAchin o Melegoni (e disponendo di buone alternative come Palazzi e Kanoutè che possono dare cpacità di inserimento, interdizione e struttura a seconda delle gare da affrontare). Questa soluzione penalizzerebbe di certo gli esterni in organico (in primis Marras e Antonucci, che però potrebbero essere utili per "spaccare le gare" e cambiare modulo in caso di necessità) ma permetterebbe di sfruttare meglio Capone (potrebbe agire con profitto sia da seconda punta sia da trequartista) e Del Sole. Il gioiellino di proprietà Juve, dopo lo scoppiettante avvio con Zeman l'anno scorso, sembra essersi perso e di certo rende meglio in altri ruoli che non da esterno. Passare al 4-3-1-2 o il 4-3-2-1 potrebbe essere il modo anche per valorizzarlo e renderlo una nuova importante freccia nella faretra di Pillon.
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